Cosa significa “arte di popolo” in Damanhur?
È impossibile visitare Damanhur e non accorgersi di come l’arte rappresenti un valore fondante della vita dei damanhuriani! Un po’ ovunque, sia nelle comunità più grandi sia in quelle più piccole, vi sono pitture sulle pareti esterne delle case, mosaici o statue, e spesso lo sguardo è attratto da locandine di imminenti spettacoli o concerti organizzati nei Templi dell’Umanità o al Tempio Aperto.
Nei territori natura e arte si fondono, alla continua ricerca di un’armonia che possa costituire lo sfondo visivo di una quotidianità permeata di bellezza e significati.
Dare e creare significati è principio fondante della spiritualità damanhuriana, intesa come capacità di cogliere e leggere il senso di ogni cosa, tracciando e ripercorrendo i fili che collegano l’essere umano all’universo e alle altre creature che lo abitano.
Allo stesso modo, la creazione di significati è alla base dell’arte espressa in ogni cultura e popolo: attraverso di essa si trascende ciò che l’oggetto rappresenta e ci si addentra nel campo dei simboli, delle metafore, del senso che l’arte attribuisce alle cose stesse, reinventandole.
Un oggetto artistico è prezioso se colpisce, se sposta, se produce un’emozione, un modo di pensare che prima non c’era, se raggiunge lo spirito, se crea quell’unione in cui artisti e fruitori si riconoscono come parte della stessa umanità.
In Damanhur ci definiamo un popolo, cioè un insieme di persone provenienti da etnie e culture differenti che condividono forti ideali e vita quotidiana: popolo non per nascita ma per scelta, e non a caso la scelta è un altro dei principi fondanti della filosofia damanhuriana.
Da sempre, le tappe che segnano la nascita e la formazione di un popolo sono scandite dalle opere artistiche che esso ha creato per raccontare la propria storia, le proprie quotidiane esperienze, l’interezza di un vissuto condiviso che può essere visto, toccato e che può divenire eredità tangibile per le future generazioni.
Fin dalle origini di Damanhur, Falco Tarassaco diceva: “I simboli si tramandano meglio sulla pietra incisa che sulla carta stampata. Le parole, nel tempo, si trasformano, cambiano di valore mentre il simbolismo sovrapposto su una figura è in grado di mantenersi in maniera molto più densa”.
L’arte, allora, diventa il crogiolo di una cultura collettiva, il racconto del mito di quel popolo; arte come creazione di un’identità culturale e non solo come espressione del singolo artista.
L’arte, in Damanhur, vuole essere un’arte di popolo, il tentativo, da parte di tutti, di trascendere le proprie individualità e di immergersi nei valori scelti e condivisi. Per dar vita a questa identità collettiva e alla sua espressione originale, ciascuno di noi si riconosce in un pensiero comune per creare, insieme, un tessuto connettivo dal quale derivano i canoni generali dell’arte damanhuriana, canoni che vengono poi declinati secondo la sensibilità e l’estro individuale.
La forza di lavorare in gruppo permette di avere una visione più ampia e ognuno arricchisce l’opera secondo il proprio punto di vista, la propria sensibilità e capacità.
Se non hai ancora visitato i Templi dell’Umanità vieni a scoprire di persona come abbiamo tradotto questi concetti in pratica!
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