Un Capodanno fuori dal comune

Un capodanno per essere un vero capodanno deve avere, per me, alcuni ingredienti, altrimenti l’anno nuovo non può iniziare! Sono cresciuta nelle Alpi austriache: fin da piccola ero abituata a festeggiare con abiti eleganti, a mezzanotte si ballava un valzer e poi si usciva di casa per vedere i fuochi artificiali nella valle. Il mio imprinting era: vestiti eleganti (scomodi), neve (cioé freddo, molto freddo) e fuochi artificiali. Così iniziava un buon anno!

Poco dopo aver conosciuto Damanhur scoprii che l‘ultimo giorno dell‘anno esisteva una festa speciale…il Midnight Action, ovviamente non potevo perdermi questa esperienza!
Andai subito al Welcome Center e mi iscrissi. Stranamente mi consigliarono di portarmi stivali e vestiti da lavoro. Poi mi chiesero cose altrettanto strane, tipo se mi piaceva dipingere o se amavo cantare… Arrivai il 30 di Dicembre munita di tutto, il che significa che, sempre seguendo il mio imprinting, indossavo vestiti eleganti, peró sportivi. Di fronte al Welcome Office si sentiva nell‘aria che qualcosa di speciale stava per accadere: sempre più persone arrivavano, lo staff si dava da fare affinchè ciascuno avesse il proprio badge, notai anche che i badge erano di colori diversi.

Ad un certo punto arrivarono i pulmini che cominciarono a caricare più persone possibile. Sulla strada piena di curve che porta ai Templi dell‘Umanità non dovemmo fermarci neanche una volta per fare passare altre macchina che provenivano in senso contrario, anzi, ogni tanto si vedevano persone in abbigliamento termico, tipo in tute da sci, che sembravano liberare magicamente le strade per farci passare senza intoppi. Finalmente arrivammo ai Templi dell’Umanità: i pulmini ci lasciarono nel parcheggio e lí capii perché i „vigili“ disseminati sulla strada erano vestiti così bene… faceva un freddo cane! Poi, dopo alcuni attimi del tipico casino italiano, lasciammo le giacche in un tendone allestito all‘aperto. Quando uscendo dal tendone passai di davanti ad uno specchio non mi restò che ridere: tutta tirata, incluso la collana di perle, con ai piedi le scarpe per andare in montagna.

Riuscii a trovare miracolosamente la mia guida che aveva un badge con lo stesso colore del mio e insieme agli altri del mio gruppo venimmo portati dentro questo alveare pieno di persone, artisti, gruppi distinti dai badges e gente in abiti da lavoro (ovviamente questi ultimi erano i damanhuriani, tutti sorridenti e felici). Venni istruita su cosa dovevo fare: dipingere! Dentro di me pensai: „Caspita che coraggio hanno questi damanhuriani, mi lasciano dipingere nei loro Templi cosi belli e curati.

Ma lo sanno che a parte omini e cani stilizzati non so dipingere altro!?!“ Meno male che tutto era preparato bene, c’erano già delle foglie predipinte con negli spazi ancora da colorare dei numeri che corrispondevano ai vasetti dei colori che avevo in mano.

Siamo salvi! Gli organizzatori ovviamente avevano intuito come mettere a frutto le mie limitate capacitá e, indirizzata al meglio, iniziai a colorare le foglie. Mi sentivo come Leonardo e ancora oggi, ad anni di distanza da quell‘esperienza, quando passo accanto a queste foglie sorrido e sono un pò fiera di me.

Non ero l’unica, sembrava che si dipingesse dappertutto…. Ad un certo punto questa “action” finì e tutti fluirono nella Sala della Terra. Non sapevo che la sala potesse ospitare cosí tanta gente, però tutti erano lì, c’era chi aveva gli abiti macchiati di diversi colori, altri erano impolverati dal lavoro, altri ancora senza alcuna traccia (dovevano essere quelli che avevano cantato ;-). Questo mix di persone di razze ed etá diverse, inclusi i damanhuriani, era una vera ricchezza da vedere. Tutti lì presenti per festeggiare il Rito della Cornucopia e propiziare l’anno nuovo. In quel momento capii che le cose non hanno un significato solo perché vengono ripetute: si deve capire perché si fa una cosa.

Il dolce Rito della Cornucopia mi ha affascinato, l’idea che l’ultima ora dell’anno propizia l’anno che inizia e gli dà il benvenuto mi ha toccato profondamente. Ognuno nella sala era un partecipante attivo nel rito. Fin dall’infanzia ho presente la bellezza dell’insieme di diverse culture, peró lì, nei Templi dell’Umanità, c’era un valore in più, le persone non erano solo “insieme” ma erano davvero unite, fuse in un’emozione comune.
Cosí ho capito che la vera cosa che rende significativo l’inizio di un nuovo anno è essere con persone con cui si condivide lo stesso ideale, lo stesso sogno.
… Quella notte magari ero infagottata in abiti pesanti -meno male, perchè faceva davvero freddo!- ma quando siamo usciti dai Templi dell’Umanitá abbiamo anche visto i fuochi artificiali nella valle! Che anno splendido era iniziato !

Oggi sono tra le persone che organizzano questo evento per cui vorrei invitarvi a venire qui per festeggiare un capodanno che lascerà un imprinting nuovo dentro di voi!

 

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