Come abbiamo iniziato a scavare i Templi dell’Umanità

Condor Girasole è uno dei fondatori di Damanhur. Con Falco Tarassaco e pochi altri è stato uno dei primi a dare vita al sogno chiamato Damanhur.

Negli anni Settanta, quando aveva 26-27 anni, Condor stava cercando un percorso spirituale e aveva già pronte le valigie per partire per l’India, pensando che l’Occidente non potesse offrirgli niente di significativo da questo punto di vista.

Invitato da un amico, andò ad ascoltare una conferenza di un altro giovane, Oberto Airaudi (dopo chiamato Falco Tarassaco), e ne rimase folgorato. Sentir parlare quel giovane del risveglio delle capacità cosiddette paranormali, del risveglio della scintilla divina che vive dentro ogni essere umano, gli sembrò famigliare. Condor decise di indirizzare la sua valigia non più verso l’India ma verso Damanhur.

Condor in Damanhur si è occupato di moltissime cose: ha scavato i Templi, ha scritto tantissimi libri, ha fatto il percorso monacale per tantissimi anni ed oggi rappresenta uno dei Tre Saggi di Damanhur, cioè le persone che Falco ha incaricato di salvaguardare la visione spirituale di Damanhur.

Condor nei primi anni di Damanhur

Gli abbiamo chiesto: “Come era costruire i Templi dell’Umanità in quei primi anni?”
E Condor qua condivide la sua storia…

“La Porta del Sole, cioè la casa che custodisce l’entrata ai Templi dell’Umanità, in quel periodo (1978) era molto diversa da come la vediamo oggi: era una casetta molto semplice su un lato della quale c’era un prato verde con una staccionata. Abbiamo cominciato ad andarci settimanalmente e abbiamo iniziato le serate con Falco intorno al fuoco: erano serate molto belle dove abbiamo parlato di tutto, dal significato della vita ai talenti da risvegliare, fino alle Divinità…

Le serate intorno al fuoco dove si parlava di tutto e di più

Un pomeriggio, verso le 4-5, credo fosse una domenica, ci siamo trovati con Falco dietro la casa e abbiamo iniziato, con lui presente, a scavare la terra, usando i picconi e i secchi per portarla via che abbiamo trovato lì. Non ricordo che Falco abbia detto altro se non:

“Adesso cominciamo a scavare nella montagna”.

 

 

 

 

 

 

 

 

I primi scavi e le prime martellate

Tutti i presenti si dettero subito da fare. Dopo l’inizio, più facile, si è trovata la roccia e ricordo che decidemmo da subito di organizzarci per scavare anche di notte. Era un lavoro impegnativo, dormivamo sulla terrazza coperta, adiacente alla casa: eravamo una decina di persone e andammo avanti per 15-20 giorni in modo ininterrotto. Eravamo in agosto, cioè nel periodo delle ferie. Fu una grande emozione, nutrita di un grande sogno e una grande aspettativa, anche se non sapevamo cosa sarebbe successo nel tempo e non immaginavamo certo cosa infine sarebbero diventati i Templi dell’Umanità.

Partimmo con un corridoio e siamo poi arrivati a creare il Tempio azzurro. Scavando questa prima “sala”, la quantità di materiale che usciva era molto maggiore di quella del corridoio. Così si è arrivati alla prima grande conquista: il Tempio Azzurro, che a noi sembrava grandissimo. Fu incredibile, fu una forte emozione.

La prima Sala realizzata fu il Tempio Azzurro

Scavare è stato un rituale simbolico importante, che ha creato un’aggregazione forte fra noi e ha fatto affiorare dalla montagna un sogno, sentito da tutti in modo simile e fortissimo. Il fatto che fosse un segreto solo nostro, cosa che è durata per molti anni, ha creato dentro di noi un elemento alchemico importante… si potrebbe chiamare… Amore per un Sogno.

 

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