Quando, nell’ottobre dello scorso anno, Papa Francesco ha partecipato al Sinodo per l’Amazzonia, molte simbologie utilizzate nel corso della cerimonia di apertura hanno creato imbarazzo tra i prelati vaticani, e sorpresa da parte di tanti altri osservatori. Anche oggi che il Sudamerica è quasi completamente cristianizzato, Pachamama è una presenza forte nei cuori della gente. Anzi, per certi versi la sua popolarità è molto più ampia nei giorni nostri che in passato, dato che oggi la Dea Madre appartiene a tutti e si è diffusa nel mondo intero come simbolo di amore per la Terra. Per questo motivo, la maggior parte dei simboli portati dai sacerdoti e dai fedeli sudamericani, rimandavano alla sua figura. Alcuni osservatori, ignorando la storia del culto di Pachamama hanno parlato di idolatria e di paganesimo infiltratisi tra le austere mura dei giardini vaticani attraverso i vescovi e fedeli sudamericani convenuti a Roma per incontrare il loro Pastore… E il Papa stesso come “vescovo di Roma” si è scusato verso coloro che sono stati offesi per il fatto che le statue siano state rimosse e gettate nel Tevere.
Pachamama – o Pacha Mama – significa “madre dello spazio e del tempo”, identificata con la Madre Terra. È una dea generosa che presiede alla fertilità e all’agricoltura, è la madre che dà la vita e nutre e conforta i suoi figli. È buona e amorevole, ma richiede rispetto e può diventare collerica se i suoi figli dimenticano di onorarla. Diventa allora davvero temibile e si manifesta attraverso inondazioni e terremoti.
Il culto di Pachamama raggiunge il suo picco nell’epoca della civiltà inca, che assume una sua precisa fisionomia nel XII secolo, ma era iniziato alcuni secoli prima, quando il popolo quechua aveva iniziato a insediarsi sugli altopiani andini. La spiritualità di Pachamama ci insegna che tutto è sacro:
la terra, i suoi ritmi, gli esseri viventi.
Pachamama rappresenta il principio femminile, profondamente legato alla vitalità della madre terra, contrapposta alla figura solare di Inti. Inti era venerato dalle classi più ricche, i nobili e i guerrieri, mentre Pachamama era la dea protettrice di chi viveva della terra, degli animali, dei doni della foresta, a stretto contatto con la natura e le sue energie. I suoi sacerdoti erano per lo più uomini, ma sotto la sua protezione tutti i devoti – i bambini, i vecchi, gli ammalati – erano oggetto di materna attenzione.
La forza di Pachamama, quella che parla ai ricchi e ai poveri, ai cittadini del mondo e alle popolazioni che conoscono solo il loro territorio, è quella della semplicità unita alla potenza. E tutte e due straordinarie, considerate un dono dell’Universo al Pianeta. Allinearsi alla frequenza di Pachamama mette in sintonia con l’energia pura della vita, il prana, e lucida il codice vitale di tutti gli esseri umani riconnettendoci alla forza dell’esistenza.
Sentire la sua voce non è difficile. I luoghi nei quali risuona più forte sono quelli nei quali la natura incontra il lavoro degli umani: i campi arati, i boschi ben curati, gli allevamenti nei quali il benessere degli animali è rispettato. Riconoscerla è facile: è una voce forte e allegra, che invita a godere della vita e delle sue manifestazioni perché questo è il modo migliore per onorarne il valore.
Pachamama ci insegna che non si onora la Madre Terra semplicemente evitando di danneggiarla – cosa che sarebbe già importante! – ma vivendone l’incanto, conoscendola, facendone la nostra casa e la fonte della nostra felicità.
E poiché Pachamama è ovunque, possiamo udire la sua voce, il suo respiro, il suo passo ritmico sul terreno anche mentre siamo chiusi nella nostra casa in città, e chiudiamogli occhi e respiriamo consapevolmente e la chiamiamo con parole di gratitudine per quello che ogni giorno ci dona. Pachamama è anche una parte di te e tu sei una parte di lei: il calore della sua presenza è un dono dell’universo a tutti noi.