Possono tutte le forze divine coesistere in armonia?
La Sala del Labirinto è quella fra le Sale dei Templi dell’Umanità che presenta il maggior numero di riferimenti culturali e spirituali a esperienze diverse. I visitatori dei Templi rimangono colpiti dalla ricchezza e dalla personalità delle altre sale, e poi sono felici di trovare nel Labirinto anche immagini, segni e simboli a loro familiari. Si tratta di immagini che si riferiscono a forme di culto presenti nella storia dei loro Paesi, che si studiano a scuola o si incontrano a teatro e in libreria, o addirittura che fanno parte delle loro scelte spirituali attuali.
Il Labirinto è una casa che accoglie tutti: tutte le Divinità della storia dell’umanità – non tutte sono rappresentate, per esigenze di spazio, ma tutte sono idealmente presenti – e conseguentemente tutti i ricercatori spirituali, i fedeli di qualche religione, i mistici che si rifanno a tradizioni ancora vive.
Che cosa c’è in questa sala?
Ci sono trentacinque vetrate dedicate ognuna a uno dei nomi che il Divino ha assunto nella storia dei popoli. In pratica, trentacinque Divinità, trentacinque forme di culto sono presenti nella sala. Si va da vetrate dedicate alle grandi religioni tuttora presenti sul Pianeta – Cristianesimo, Islam, Ebraismo, Scintoismo, Buddismo, Induismo – a forme di religiosità legate ai pantheon dei popoli classici, vissuti in tutte le epoche e a tutte le latitudini.
Questa sala, dicono gli artisti che hanno realizzato i Templi, è quella che ha richiesto la maggior cura e il maggior studio: alla base della realizzazione delle trentacinque vetrate, infatti, c’è uno studio minuzioso delle varie “persone divine”, delle corrispondenze tra i nomi con i quali vengono conosciute e gli antichi simboli con i quali i popoli le hanno rappresentate. Alla base di ognuna delle trentacinque vetrate c’è un lavoro filologico molto accurato, lungo e impegnativo, che fa di questa Sala un libro tridimensionale sulle mitologie, sulle religioni, sulle tradizioni antiche e moderne dell’umanità.
Perché Damanur ha realizzato un ambiente come questo?
Nella visione proposta da Falco Tarassaco e sviluppata dai suoi figli spirituali, queste vetrate dicono ognuna cose molto simili e cose profondamente diverse. Un pensiero unificante è quello che invita tutti gli esseri umani e tutti i popoli a riconoscere la presenza di una sfera dell’esistenza che chiamiamo “divina”, composta da creature che hanno caratteristiche e prerogative più ampie di quelle degli esseri umani e possono sostenere il percorso degli uomini verso la crescita spirituale. Tanto gli esseri umani sono interessati al contatto con le forze divine quanto queste ultime sono interessate al contatto con i popoli, poiché attraverso di loro possono fare esperienze nel mondo materiale. Si tratta, da questo punto di vista, di un rapporto di scambio.
Concezioni molto diverse sono quelle che invece distinguono il modo in cui ci si può avvicinare a queste forze: le culture della trascendenza divina – ad esempio, le religioni “del Libro”, cioè Cristianesimo, Islam, Ebraismo – stabiliscono che esiste enorme distanza tra una dimensione e l’altra, e solo la devozione degli umani verso gli Dei può rendere possibile il contatto dopo la morte; altre concezioni affermano invece che il contatto con il proprio Dio/i propri Dei è possibile attraverso l’esperienza sensibile, attraverso la disciplina personale e la vita quotidiana. Questa Sala è, evidentemente, la casa che le accoglie tutte, nel nome dei punti che uniscono le diverse concezioni, considerando che la Verità è un cristallo che presenta mille facce e ognuna di esse merita rispetto.
Una concezione rivoluzionaria
Il Labirinto presenta un aspetto forse mai visto in tutta l’architettura sacra: immagini e simboli di Divinità diverse, appartenenti a epoche, aree geografiche, concezioni spirituali molto diverse, sono insieme, coabitano nel medesimo spazio. Questo sarà ancora più evidente quando, probabilmente a fine 2018, verrà inaugurato l’ampliamento della Sala. Il Labirinto ospiterà allora non soltanto nuove vetrate ma anche pitture murali nelle quali le Divinità dialogano, collaborano, si confrontano. È il piano divino pacificato e unito, è la pace nel mondo, tra i popoli. Il Labirinto, a Damanhur, è un luogo non per perdersi ma per percorrere una strada dritta verso la luce.
Responses