Perchè il Bosco Sacro è un Tempio?

Tutto può diventare tempio, secondo la filosofia damanhuriana, quando l’utilizzo e la funzione del luogo è concepita e vissuta come un ponte verso dimensioni diverse dalla nostra.
In Damanhur il percorso verso la sacralizzazione del bosco è avvenuto come naturale conseguenza del considerare tutta la vita un’espressione della natura divina che permea questo mondo delle forme.

Da questa condizione il passo successivo per divenire Tempio risale a poco più di quattro anni fa, quando la sua funzione di tramite tra questa ed altre dimensioni è stata sancita da Falco Tarassaco, poco prima della sua dipartita da questo piano di realtà. Falco ha scelto, infatti, il Tempio Bosco Sacro come luogo privilegiato per aprire un contatto con noi dall’Oltre, definendolo con un termine molto bello ed evocativo: la “culla”.


Un luogo in cui nasce e rinasce la vita, quindi, nel magico intreccio che lega l’esistenza materiale a quella sottile. In questo delicato e prezioso ecosistema gli alberi svolgono un ruolo fondamentale, in quanto creature “ponte”, appartenenti a quello che in Damanhur chiamiamo un “Mondo Madre”, ovvero una delle sorgenti della vita della nostra anima umana.

Gli alberi sono da sempre stati considerati, in numerose culture, la manifestazione più appropriata della divinità e della vita: l’albero della Conoscenza, l’albero della Cabala, l’albero dell’Immortalità ne sono alcuni esempi. L’albero unisce il cielo e la terra con la sua verticalità e richiama alla terza legge della Magia: “così in alto come in basso”. E’ l’espressione della vita stessa che si rigenera ad ogni stagione, in un ciclo eterno di nacite e rinascite.


La tradizione del bosco sacro è particolarmente forte in India, dove grazie a essa sopravvivono grandi e piccole estensioni boschive, rispettate in quanto considerate ognuna parte della casa di Shiva, Vishnu o di altre Forze minori. Un esempio di albero venerato come vettore di una funzione spirituale è il baniano, che nella tradizione indu rappresenta l’albero del mondo: un bellissimo percorso tra i baniani rappresenta oggi uno degli accessi al Matrimandir, la grande sfera che ospita meditazioni presso l’ecovillaggio di Auroville, in India, una grande comunità spirituale fondata da Sri Aurobindo e dalla Mère, legata a Damanhur da rapporti di scambio e amicizia.

Anche la storia europea è fortemente intrisa della cultura druidica, quindi di una cultura che vede nel bosco il luogo principale dello sviluppo culturale e religioso degli esseri umani. Il bosco è, secondo la visione druidica, non soltanto la casa di alcuni Dei, ma soprattutto il luogo nel quale è possibile contattarli tutti attraverso gli alberi che sono antenne protese verso una dimensione superiore. In Africa la prevalenza storica animista fa sì che il bosco sia la sede di forze e funzioni di conforto e sostegno per l’essere umano, il quale trae da questa casa nutrimento e protezione anche dopo la morte. Il bosco è la porta verso dimensioni diverse e la storia è piena di racconti di relazione tra umani e bosco, variamente declinate ma sempre concordi nella rappresentazione della casa di una relazione armonica tra umani e mondi dell’“oltre”.

Nell’immaginario umano la vita si sviluppa intorno agli alberi, come nel caso del film Avatar, di James Cameron, del 2009, in cui la gigantesca “pianta madre” abitata dal popolo dei Na’vi è fonte di vita per tutto il pianeta e diventa il campo di battaglia tra i nativi e gli invasori terrestri. L’intuizione artistica e narrativa di Avatar, tra l’altro fu notata dal fondatore del Centro Studi Nuove Religioni (Cesnur), Massimo Introvigne, che paragonò proprio Damanhur al popolo dei Na’vi, indicando le molte analogie tra la cultura di natura dei protagonisti della pellicola e quella dei damanhuriani.

La certezza che nel mondo vegetale sia contenuta una grande saggezza e intelligenza è stata la leva che, fin dalle origini di Damanhur, ha spinto i fondatori a costruire i primi apparecchi per la Musica delle Piante attraverso cui entrare più profondamente e significativamente in contatto con la loro essenza.

 

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