La nascita del Tempio Aperto
Era il 1985 quando al posto del campo incolto in cui crescevano anche alcuni kiwi, decidemmo di costruire il Tempio Aperto.
Le 22 colonne aperte sul cielo ci fecero subito sognare, anche se non sapevamo minimamente come fare a costruirle! In Damanhur, a quel tempo, la persona che aveva più esperienza con la ceramica era Passero Olmo, ma il salto che Passero dovette fare, tra le tazzine per il caffè che aveva lavorato fino ad allora al tornio, alle fila colonne di terracotta alte cinque metri e mezzo, fu veramente grande!
Per fortuna che nulla, proprio nulla, poteva farci desistere dal credere che ce l’avremmo fatta, anche se nessun altro aveva messo mai mano alla ceramica, prima di allora!
Falco Tarassaco, la nostra guida spirituale, è sempre stato un grande ispiratore. Ha sempre avuto una sconfinata fiducia nelle nostre capacità ed ha sempre sostenuto chiunque volesse lanciarsi in progetti che andavano al di là delle proprie presunte capacità.
Con un simile sprone ci buttammo alla costruzione di quest’opera, allora considerata faraonica, e dopo due anni il Tempio Aperto venne al mondo. Le statue, i mascheroni, i capitelli erano stati lavorati da autodidatti pieni di ardore, ed ogni opera era il frutto di una ricerca collettiva, in cui avevamo chiesto aiuto gli uni agli altri…
Come ogni altra cosa in Damanhur, per costruire qualcosa di grande fuori da noi abbiamo costruito qualcosa di unico dentro di noi.
Il Tempio Aperto, come i Templi dell’Umanità, hanno cambiato le nostre vite, le hanno colorate della certezza che insieme possiamo costruire l’impossibile.
E la chiave di volta di questa magia, è l’amore e la fiducia in se stessi e negli altri.
Formica Coriandolo
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