La bambina e il ciclamino
Il primo aneddoto che voglio raccontare in tema di sensibilità vegetale è uno degli episodi più stupefacenti che ho vissuto su questo tema, che potrebbe avere valore anche da un punto di vista “scientifico”.
Accompagnavo la visita di un gruppo di amici di Damanhur, che si interessano in particolare di riscoprire e tenere viva la tradizione celtica. Il capo di questo gruppo, Yogendra, simpatico e corpulento, portava in braccio la figlia di pochi mesi che dormiva. La pianta che suonava era un ciclamino in vaso, già abbastanza esperto. Mentre spiegavo come avviene la musica delle piante al gruppo, che comprendeva una quindicina di persone italiane e spagnole, la piccola si sveglia, si guarda intorno e senza nessuna incertezza si rivolge verso la pianta che stava suonando e le manda una sorta di forma di saluto con i versi tipici che fanno i bambini. La pianta smette di fare la sua melodia e ripete esattamente i suoni o quanto meno le note corrispondenti al verso della bambina.
A sua volta la pianta emette altri suoni che la bambina ripete con la sua vocina. E sono andate avanti così, come un dialogo a domanda e risposta, per una quindicina di minuti. Tutti in quel momento ci rendemmo conto della straordinarietà della cosa ed eravamo molto toccati da quanto stava succedendo. Le donne spagnole cominciarono a piangere per la commozione.
Come avesse fatto una bambina di 4-6 mesi a capire da dove arrivava la musica, che poteva avere tante sorgenti diverse, individuando invece esattamente la pianta autrice, è un mistero. L’ipotesi è che intorno alle piante che suonano succeda qualcosa che noi non vediamo, forse i famosi spiriti di natura che si addensano attratti dalla musica o chissà quale fenomeno che un bambina di pochi mesi riesce a percepire, mentre noi no. Poi il dialogo con suoni semplici comporta che ci sia una forma di intesa tra bambini e piante. Un esperimento da approfondire.
Camaleonte Oleandro
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