La paura della morte e la passione per la vita
Amanda è una ricercatrice di Antropologia Culturale originaria della Zambia, studia a Utrecht ed è a Damanhur per partecipare al programma New Life. Questa è la sua storia!
“Mi chiamo Amanda e sono nata in Zambia. Ho 25 anni, mio padre viene dalla Zambia e mia madre è nata in Kenya.
Ho studiato Antropologia e Sviluppo Internazionale nel Regno Unito, all’Università del Sussex. Sono appassionata di antropologia perché tratta della vita delle persone, e permette di capire quanti approcci diversi esistano, rispetto al vivere e all’agire. Recentemente sta avvenendo un cambiamento nell’antropologia, c’è un maggiore interesse e studio per le dinamiche di potere, per i movimenti Occupy, per il sistema capitalista, per i sistemi di controllo e per quelli adottati per riacquisire il controllo. Inoltre c’è sempre più attenzione anche all’attivismo alimentare e alla permacultura. A Utrecht, in Olanda, ho iniziato un programma di Antropologia Culturale e Cittadinanza Sostenibile, per cui, in questo momento, sto scrivendo una tesi sul movimento degli ecovillaggi.
Ho passato anche del tempo a Auroville, lì ho percepito un senso di connessione come mai avevo sentito prima. Questa esperienza mi ha completamente trasformata, mi sono sentita risplendere. In quel momento ho iniziato a comprendere davvero cosa significasse vivere in comunità, andare contro le regole di come “ci si deve comportare”, andare contro quel sentimento di separazione che ci insegnano a percepire come la “normalità”.
Sono arrivata a Damanhur per continuare la mia ricerca, e ho scoperto che il programma New life era l’esperienza perfetta. Una delle cose che ho apprezzato maggiormente di questo programma è stata la possibilità di assistere e partecipare alle dinamiche di un Nucleo Comunità. Sono rimasta sorpresa nell’accorgermi di quanto il mio concetto di famiglia fosse definito: madre, padre e figli. All’interno di un Nucleo vivono persone estremamente differenti fra loro, che riescono, tuttavia, ad essere profondamente connessi, e a vivere insieme con grande amore e apertura. Sono rimasta sorpresa da quanta diversità ho incontrato, e dai modi diversi con cui i damanhuriani vivono Damanhur. È come se in questo luogo venissero forniti tutti gli ingredienti, e ognuno potesse mischiarli in modo diverso per dare forma alla propria vita. Ognuno può esistere secondo un proprio ritmo, ma la combinazione di tutti crea un suono unico, stupendo! Mi è piaciuto molto vedere i visi delle persone accendersi quando condividevano aspetti della loro ricerca, del loro percorso, con un livello così alto di passione ed entusiasmo.
Una delle esperienze più toccanti per me è stata una meditazione sulla morte e sul morire, con Puma Mandarino. Mi ha molto impressionato come le persone qui si sentano al sicuro nell’esplorare questa dimensione, e siano incoraggiate a farlo. Le persone sanno che, quando arriveranno dall’altra parte, ci saranno altri che li attendono, e da questa meditazione, che si pianga o che si rida, se ne esce trasformati. Questa esperienza mi ha mostrato quanta paura ancora io nutra nei confronti della morte, una paura che non avevo mai affrontato prima. Ho realizzato quanto, questa paura, sia un sistema di controllo che influenza molti altri aspetti della mia vita. Per questo motivo continuerò ad esplorarla, e a crescere grazie a questa esperienza.
Anche le sessioni del Percorso di Libertà Spirituale, svolte nel corso del programma New Life, sono state molto emozionanti. Mi hanno stimolata a pensare in modi che non avrei mai immaginato prima, e a lavorare con i risultati di questo nuovo modo di pensare. Di nuovo, questa esperienza ha messo in risalto quanto le persone in Damanhur siano incoraggiate a essere se stesse, a perseguire i propri sogni in un ambiente che favorisce questo processo. Ognuno è incoraggiato ad agire, a seguire i propri sogni in un ambiente che educa al pensiero positivo, all’idea che i sogni possano avverarsi.”
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