Siamo quattro damanhuriane – Kokaburra, Gazzella, Gau e Iride – e siamo state invitate dalla Fondazione “Nuova Specie”, dove si svolgeva in questi giorni il primo “Seminario sulla Famiglia Ontologica”.

Che cosa significa “famiglia ontologica”?

Si intende non la famiglia come comunemente è percepita nel mondo globalizzato, pur nelle sue tante possibili declinazioni, bensì la famiglia “di scelta”, che sostiene il percorso di crescita della persona. Il termine famiglia nasce da “faama”, ovvero “casa”; “onto” invece è l’Essere, quindi famiglia ontogenetica significa casa dell’Essere – in quanto valore profondo, che ci accomuna in un unico legame di parentela, come esseri umani tutti, immersi nel flusso dell’Universo.

Ecco che allora tutti possiamo essere casa, base, fratello, sorella, padre, madre, zio, zia, nonno e via dicendo, per noi stessi e per qualcuno a cui teniamo: qualcuno cioè che ci sta a cuore perché ci fa crescere attraverso la sua storia che diventa la nostra. In questa storia si intrecciano la salute e la malattia, la fortuna e i fallimenti, aspetti solo apparentemente opposti, in quanto ugualmente utili al completamento e all’arricchimento della nostra Essenza finale, ontologica.

Esperienza di Damanhur come famiglia ontologica

Durante il convegno abbiamo parlato del nostro percorso personale e della ricchezza della nostra scuola, abbiamo portato le nostre elaborazioni sulla malattia e come ci può aiutare a connettersi di più agli altri; abbiamo trasmesso una Damanhur viva, frutto degli antenati che l’hanno fatta crescere. Kookaburra e Gau, giovani donne cresciute a Damanhur, hanno portato anche la loro esperienza di figlie, oggi giovani donne adulte maturate all’interno di un percorso comunitario.

Il nostro intervento, a quattro voci ha prodotto una forte emozione nel pubblico, visibile nelle lacrime di commozione sui volti dei partecipanti e sui nostri, quando al momento di citare Falco Tarassaco, Mariano Loiacono, presidente della Fondazione Nuova Specie, ha invitato tutti a dedicare un applauso al nostro fondatore e maestro.

Gazzella ha donato alla Fondazione il suo libro, Vivere in libertà, che contiene all’interno un vecchio articolo di Falco Tarassaco, Germogli di una Nuova Specie, perché era stato proprio il titolo di questo editoriale, a metterci sincronicamente in contatto con questa realtà. Più di dieci anni fa digitammo il titolo in internet, per trovare se altri l’avessero usato prima di noi che volevamo adottarlo per un convegno e scoprimmo così Nuova Specie.

Secondo te, qual è la formula ideale di vita per mostrare il meglio di noi e creare una Nuova Specie?