Alle volte, la saggezza si esprime attraverso espressioni e frasi come “Al migliore il sentiero peggiore” oppure “Lanciare come aiuto una corda piena di spine”. Sembra quasi che la vita, per essere una vita evolutivamente preziosa, “debba” essere difficile. In generale, sembra che ogni esperienza debba essere un banco di prova per la nostra pazienza e per la nostra forza d’animo.
Dall’altra parte, chi sa meditare sulla propria esistenza e sulle sue finalità ha sempre più chiaro che le migliori trasformazioni di sé avvengono nella luce e nella gioia: il pianto non insegna più del riso, saper vivere il dolore non è più formativo del saper vivere la gioia, sono semplicemente esperienze complementari. E allora? Qual è il valore della difficoltà?
Il percorso della spiritualità è un percorso fatto di sfide?
Quando le persone andavano da lui e raccontavano di essere affaticate perché il destino, gli dei, il karma le stavano mettendo alla prova, Falco Tarassaco sorrideva e spiegava che le prove non esistono. Non esistono momenti cruciali nei quali le leggi dell’universo inviano verso la persona una situazione difficile, come una porta da attraversare o un enigma da risolvere per poter dimostrare che si è conquistata una nuova maturità. Le prove sono creazioni letterarie che ci permettono di fare alcune riflessioni ma nella realtà, esistono semplicemente le cose che accadono, che alle volte ci mettono in difficoltà e alle volte ci danno forza. Siamo noi che, spesso, trasformiamo un evento in una prova, in un’esperienza attraverso la quale conquistiamo nuovi livelli di comprensione oppure, se “non la superiamo”, riceviamo da noi stessi una delusione.
La spiritualità è una sfida
Resta la domanda di partenza: perché la vita non può essere semplice? La risposta è semplice: la spiritualità è fatta di sfide. Si tratta di sfide intime, che avvengono dentro di sé, e che ci portano piano piano – e alle volte di botto, dipende dalle caratteristiche della sfida – a vedere meglio dentro di noi e a fare le nostre scelte. Immaginiamo una vita nella quale le situazioni si susseguono armonicamente una dopo l’altra: siamo ricchi e possiamo esaudire i nostri desideri, la salute ci sostiene con vigore, abbiamo una vita affettiva pienamente appagante e intorno a noi tutti vivono allo stesso modo, con la stessa costante felicità. In una situazione del genere, come potremmo esprimere la nostra forza? Trovare stimoli? Soprattutto, come potremmo dare significato alle cose, essendo già esse perfette?
Trovare il filo virtuoso
Un percorso di crescita spirituale richiede che ognuno sia capace di usare forza, intelligenza, coraggio, compassione, generosità e ogni altro talento per partecipare pienamente alla vita che conduce e per esprimere la propria presenza nelle situazioni. Spiritualità significa collegare gli eventi tra di loro e scoprire in essi un significato che va al di là degli eventi stessi. Significa trovare un filo virtuoso, coerente tra situazioni contraddittorie: perdonare e continuare ad amare, ad esempio, persone che affermano cose bellissime e poi con la vita quotidiana le contraddicono.
Le difficoltà ci insegnano a muoversi tra le pieghe della vita e a essere attivi, cioè a tirare fuori da noi le risorse delle quali abbiamo bisogno per affrontare le difficoltà stesse. Risorse che, da quel momento, sono a disposizione nostra e di tutti quelli che ci sono vicini. Anche le cose semplici e scorrevoli sono a loro modo difficoltà: ci sfidano a non diventare pigri, a non desiderare più, a non credere che l’universo ci abbia preso in simpatia perché siamo migliori degli altri.
Ciò che riteniamo una difficoltà “è” una difficoltà e smette di esserlo se cambia il nostro punto di vista. Dipende da noi. La vita, lei, scorre attraverso alti e bassi, come le onde che attraversano l’oceano. Noi governiamo la nostra traversata.