C’è differenza tra essere ribelli e essere indisciplinati, anche se spesso i due termini vengono associati. Di sicuro in pochi, sentendoselo chiedere, risponderebbero che il loro desiderio è quello di essere conformisti e inquadrati. D’altronde, chi non desidera di affermare la propria posizione relativa di fronte alle cose e alle persone?
Essere indisciplinati significa non avere disciplina, è ovvio, ma la disciplina non è sbatter di tacchi e dire sì: la disciplina è avere un metodo, un ordine personale per selezionare gli stimoli che ci arrivano e perseguirli.
Ribelle è colui che vuole affermare ad ogni costo una misura personale, previa personale verifica, alle cose. Essere ribelli richiede una grande disciplina: non ci si può ribellare se non si sa direzionare con forza il proprio agire. Gesù Cristo, Copernico, Gandhi, sono ribelli in forza dell’applicazione di una disciplina alla loro ribellione.
Ribellione significa non dare le cose per scontate, cercare la propria verità sapendo accettare quella degli altri, se a sua volta non prevarica quella altrui.
Damanhur è una scuola di ribellione perchè chiede di riempire di pensiero e significato le proprie azioni. Gli anticonformisti non sono quelli che “fanno diverso per non essere come gli altri”: se si agisce così si diventa imitatori alla rovescia, si agisce per differenza e per sottrazione. I veri anticonformisti, o meglio, quelli che piacciono a noi, sono quelli che cercano delle misure personali, che scelgono una propria etica dalla quale far scaturire azioni, pensieri, parole, e così facendo creano qualcosa di nuovo.
Si viene a vivere a Damanhur per un ideale, ma “ideale” in Damanhur non è un sostantivo astratto come insegna la grammatica, è un sostantivo concreto e metterlo in pratica significa serve diventare ribelli, lavorare sodo e con metodo per costruire un modello di vita unico e innovativo.
I veri ribelli spaventano sempre chi ribelle non è, si sa, ma per fortuna di tutti sono riusciti a fare la differenza su questo pianeta…