IL PIENO DI PRANA
“La respirazione viene considerata da ogni filosofia come l’azione più vitale, più importante, che presiede alla vita di tutto l’organismo. La vita si manifesta attraverso il respiro, che lega l’aspetto fisico all’aspetto sottile e spirituale delle nostre esistenze. L’essere umano, creatura che conduce l’esistenza stando eretta, rappresenta un’antenna e, attraverso una respirazione cosciente, può mettere in contatto energie cosmiche presenti nello spazio con la Terra. Mediante la respirazione non immagazziniamo solamente ossigeno ma immagazziniamo “prana”, la forza positiva, l’energia vitale, l’elemento che rappresenta il principio attivo di tutto l’universo.
È quindi fondamentale imparare a respirare bene, applicando le tecniche più adatte a espletare questa funzione perché anche se l’attività nervosa regola automaticamente la respirazione, è possibile, attraverso un intervento cosciente, controllarne il ritmo.”
Così si esprime Falco Tarassaco, parlando della respirazione e del prana, nel suo Manuale di Armonizzazione interiore, dedicato alle discipine di autoconsapevolezza e di contatto energetico con se stessi.
ATTI VOLONTARI E ATTI INVOLONTARI
La respirazione scandisce il ritmo della nostra vita, allo stesso modo del battito cardiaco. La respirazione, a differenza, del pulsare del cuore, è una funzione sulla quale possiamo intervenire volontariamente: c’è anche quando la nostra attenzione è altrove ma può assumere una forma, un valore, una potenza affatto diversa se la guidiamo intenzionalmente, riempiendo e vuotando completamente i polmoni, coinvolgendo sia il naso sia la bocca, considerando che oltre all’aria portiamo dentro di noi anche il prana.
Il prana è l’energia vitale della quale si alimenta l’essere umano. L’universo è permeato di energia pura: è l’energia divina, cioè presente in ogni forma, in ogni angolo dell’universo stesso, e sempre perfettamente coerente, pura. È divina proprio per questo, perché onnipresente e incorruttibile. È ciò che la scuola di Damanhur chiama “Divinità primeva”.
Il prana discende da tale energia, ne rappresenta la parte più materiale, quasi un ponte fra la dimensione puramente spirituale e le forme. È la frequenza che sostiene la vita biologica di ogni creatura, come l’acqua che sostiene la vita delle creature che vi nuotano dentro. Essere in contatto con il prana significa essere in un processo di guarigione, di superamento delle proprie difficoltà psicofisiche, stare bene.
Non è però un elemento che automaticamente, per il solo fatto di esistere, sia assorbito dagli esseri umani. Anche l’assunzione di prana prevede un atto di volontà. I nostri corpi energetici, infatti, captano dall’atmosfera una minima quantità di prana, attraverso i recettori corrispondenti agli adonaj-ba, ma per riceverne in una quantità che permetta di rigenerare il corpo e risanare eventuali malattie, occorre la capacità di collegarsi alle sorgenti dell’energia stessa.
In questo, il prana è come il respiro: si lascia assorbire spontaneamente fino a un livello che ci garantisce la sopravvivenza, mentre diventa molto più generoso di doni se ci applichiamo a esso per scelta.
COLLEGARSI AL PRANA
Come si fa a collegarsi alle sorgenti del prana? La tradizione del pranayama, dalla cultura induista, prevede che la respirazione sia composta da quattro fasi: inspirazione-trattenimento-espirazione-trattenimento. In questo modo, è possibile assorbire il prana attraverso i meridiani, che sono una funzione del corpo eterico, cioè del più simile al corpo fisico tra i corpi energetici.
Anche secondo la Scuola per Guaritori spirituali di Damanhur la respirazione pranica è il primo elemento per entrare in contatto con tale energia e riuscire ad alimentarsene in maniera adeguata. È in questo caso fondamentale che l’atto della respirazione sia svolto con cura, dando al corpo e alla mente il tempo di realizzare che stiamo facendo diventare volontario un atto – la respirazione stessa – puramente istintivo: questo rappresenta il desiderio di andare oltre la semplice natura umana e collegarsi così a un’energia di natura divina.
Meglio ancora, secondo l’insegnamento di Falco Tarassaco, è che la prima attivazione avvenga attraverso il contatto con un guaritore spirituale, capace di aprire il contatto fra la persona e l’energia, in modo da realizzare la somministrazione del prana. In questo modo, il prana rivela tutta la sua natura non di medicina, non di sostegno, ma di collegamento fra noi e l’universo, cioè fra noi e la vita.
In realtà soffro di sinusite, per cui respiro maluccio.
con te, ci dispiace Federico! Se fai piccoli esercizi ogni giorno, anche di pochi minuti, vedrai che presto noterai risultati! ????✨????