L’idea di “rete”, di scambio, di collaborazione, di reciproca conoscenza è fondamentale tra i movimenti spirituali. Uno degli aspetti che la rendono così importante è la tutela della libertà spirituale, cioè il diritto di seguire la forma di meditazione e di crescita personale che si desidera.

La libertà spirituale è una delle esigenze maggiori in questo nostro tempo. Il mondo oggi ragiona spesso attraverso le grandi organizzazioni, che considera capaci di rappresentare e tutelare le persone che a esse si rivolgono, e contemporaneamente considera le realtà più piccole come bizzarri esperimenti poco significativi. Nell’ambito spirituale, ci sono le religioni tradizionali che rappresentano la rassicurante normalità e le cosiddette “nuove religioni” che sono considerate da molti come bizzarrie, nelle quali la gente perde tempo prima di ritornare sulla retta via.

Tutelare il diritto alla libera scelta da parte degli altri è il modo migliore per tutelare il proprio analogo diritto. Realizzarlo attraverso una rete tra realtà con le stesse aspirazioni, è il modo migliore per farlo.
Fare rete significa tante cose: scambi, collaborazione, iniziative. A livello del singolo, a livello di ciò che ogni persona può fare, è ancora più semplice: conoscere, studiare, informarsi sulle diverse realtà. Come insegnano tante esperienze, dai convegni alle reti di collaborazione, la conoscenza reciproca è il miglior modo per incominciare a tessere una tela di solidarietà, cultura e difesa, che tutela la libertà di chi opera attivamente in questo senso ma che, alla fine, tutela anche quella di chi non si è mai posto certi problemi.

I primi esperimenti

Nei primi anni Ottanta, a Damanhur si svolse per alcuni anni un convegno che oggi possiamo definire “storico”: era il Convegno delle Comunità e dei Movimenti Spirituali dell’Età dell’Età d’Acquario, che raccoglieva i rappresentanti dei movimenti italiani più importanti. Poiché in Italia erano diffusi anche movimenti internazionali, era un appuntamento di ampia prospettiva. Si trattava di un incontro dal carattere molto familiare: alcune decine di partecipanti, traduzione solo in inglese, ospitalità nelle strutture damanhuriane o di amici che vivevano vicini, e un clima di scambio molto disteso. Andò avanti dal 1981 al 1986, allorché molti pensarono che incontrarsi era bello e arricchente per tutti, ma che la cosa fondamentale sarebbe stata creare reti di collaborazione e scambio costante.

Il decennio successivo ha visto la nascita di creature più complesse come il Global Ecovillages Network (GEN), che ha una diffusione internazionale, e in Italia della Rete Italiana Villaggi Ecologici (RIVE) e del Coordinamento Nazionale Associazioni e Comunità di Ricerca Etica Interiore e Spirituale (CONACREIS), per citare solamente quelle delle quali Damanhur fa parte.

Ciò che posso fare io

Non tutte le realtà aderenti a queste reti si definiscono spirituali ma se consideriamo che spiritualità significa “dare significati alla propria esistenza e indirizzarla di conseguenza”, possiamo comprendere che si tratta in ogni caso di esperienze che hanno a che fare con la crescita delle persone e con lo sviluppo del loro mondo interiore. Questa è spiritualità: alcuni la indirizzano in senso religioso, altri – come Damanhur, ad esempio – in senso di ricerca filosofica e simbolica, altri ancora in chiave totalmente laica. Sono scelte che ognuno fa e che insieme formano il caleidoscopio dello spirito umano. La verità, dice Falco Tarassaco, è un cristallo formato da mille facce, ognuna delle quali ne riflette una parte.

Comincia anche tu, con un piccolo atto, a tessere la tela dei diritti spirituali: se leggi questo blog, significa che conosci Damanhur. Ti invitiamo a conoscere anche altre esperienze, e farle conoscere – insieme a Damanhur – ai tuoi amici. Ecco un primo atto concreto per costruire un mondo di libertà spirituale. Grazie!