Ogni anno a fine maggio si svolgono le celebrazioni di una delle ricorrenze più sentite dai damanhuriani: il compleanno spirituale del Popolo. È una festa che ricorre ormai da moltissimi anni, il 29 maggio. Questa data è l’anniversario della nascita di Falco Tarassaco che, non amando essere festeggiato in prima persona, suggerì che la data del suo compleanno divenisse la data del compleanno collettivo, per celebrare l’importanza dello spirito comunitario e spirituale che unisce tutti i damanhuriani.

I festeggiamenti hanno il carattere di incontro e di condivisione: un banchetto (o meglio, diversi banchetti nelle comunità poiché oggi mangiare tutti insieme sarebbe difficile dal punto di vista pratico!), poi varie celebrazioni a Damjl, dedicate a una fase rituale e a offerte agli elementi Acqua, Aria, Fuoco, Terra, e infine le mantiche per l’anno, affidate ai Saggi.
Insieme ai damanhuriani ci sono come sempre amici e ospiti, che fanno parte del Popolo spirituale o che ne sono incuriositi.

Una festa collettiva

Falco amava molto il calore e l’affetto che si sviluppano in queste occasioni ma non amava sentirsi al centro della festa. Inoltre, riteneva che la sua missione avesse valore in funzione del grande gruppo umano che l’aveva abbracciata e delle realizzazioni che ne erano derivate: per questo, la data del suo compleanno – che i damanhuriani, da parte loro, desideravano e desiderano fortemente festeggiare – era per lui semplicemente l’elemento catalizzatore di una festa collettiva.
Falco era un uomo schivo, che amava mescolarsi alla gente più che essere al centro della sua attenzione. A Damanhur conduceva molti incontri, sia riservati ai cittadini sia aperti agli ospiti, e gli piaceva molto farlo perché amava raccontare il suo sogno e indicare a tutti la possibilità di realizzare i propri; Falco credeva molto in quella che sentiva come propria missione – la creazione di una società basata sull’incontro tra materiale e spirituale, per giungere al contatto con il Divino dentro di sé – e si impegnava in prima persona a testimoniarla anche attraverso gli impegni pubblici. Ma si divertiva molto, ad esempio, quando riusciva a sedersi tra le seggiole della conferenza di un suo allievo, o a seguire – per pochi metri, naturalmente, perché poi veniva subito identificato – un gruppo in visita a Damanhur, e a riconoscere la storia comune nelle parole del damanhuriano che faceva da guida.

Gli aneddoti curiosi

Sono molti gli aneddoti nei quali un visitatore aveva chiesto a lui dov’era il bagno oppure il bar Somachandra: gli aneddoti erano raccontati ovviamente dai visitatori, stupiti di scoprire che quel signore col berrettino a visiera che camminava vicino a loro, senza abiti vistosi o seguito di assistenti, era proprio il fondatore di Damanhur, mentre a Falco la cosa appariva assolutamente normale.
La bellezza e il fascino della figura di Falco, per i quali chi lo ha conosciuto sente una profonda gratitudine, risiedono in buona parte in questa sua capacità di esercitare il proprio carisma attraverso questa estrema semplicità. Falco sorrideva, si arrabbiava, insegnava, discuteva senza dare peso al ruolo che per noi ricopriva. Sapeva bene di essere la guida spirituale, il fondatore, il primo punto di riferimento per tutti ma il suo impegno era di esserlo semplicemente come primus inter pares, senza adottare gli atteggiamenti che magari molti si sarebbero aspettati.

Esprimersi nella semplicità

È anche attraverso questo modo d’essere che ci ha insegnato il rispetto per se stessi, per gli altri, per gli incarichi di responsabilità intesi come servizio. Il suo insegnamento, come racconta il libro Falco Tarassaco Il sogno, il messaggio, è quello della semplicità che diventa a poco a poco complessa, ricca, articolata, proprio perché è semplice e non cerca di sembrare importante ma solo di essere vera.
Celebrando il Compleanno spirituale di Damanhur ci ricordiamo di tutto questo: il valore della semplicità, e come la semplicità possa dare una forza straordinaria. Anche questo è parte del sogno di Falco.