Il nemico esiste, nel senso che non è un concetto astratto, ha una forma magari anomala e quindi è ‘altro’ rispetto agli esseri umani. Diversi percorsi spirituali, tra i quali il nostro, sono convinti dell’esistenza di una forza nemica che vuole impedire l’evoluzione dell’anima e si trova allo stesso tempo dentro e fuori di noi, perché alla vita nel macrocosmo (gli universi) corrisponde la vita nel microcosmo (l’essere umano): in sintesi noi siamo un frattale di ciò che esiste, compresi gli aspetti evolutivi e involutivi. Siamo piuttosto lontani dall’insegnamento dei filosofi greci (da Omero a Sofocle), convinti che il male è privazione del bene, ignoranza, assenza di principi etici, mentre il bene è conoscenza, cultura e sapienza.

E siamo altrettanto lontani dalle grandi religioni secondo le quali ci si libera dal male osservando i precetti divini (ebraismo), o al contrario certe che non sia possibile liberarsene perché tutto dipende dalla volontà di Dio (islamismo). Qualche piccolo punto di vicinanza si potrebbe trovare in Sant’Agostino, convinto che il male sia una caratteristica della natura umana derivato da un uso disordinato del libero arbitrio, oppure nelle parole di papa Bergoglio, quando spiega che il Diavolo fa più paura quando si insinua nella coscienza, facendoci credere di essere amico e, quindi, non così pericoloso. Se lasciamo filosofi e religioni e guardiamo alle neuroscienze troviamo piccoli punti di contatto nella definizione di bene e male come valori contenuti nel cervello, che esistono da sempre e derivano dall’agire e dal sentire tipici anche di altri mammiferi (Frans de Waal).

Potremmo persino uscire dagli schemi della filosofia teoretica, divertendoci a cercare qualche punto di contatto con l’insegnamento del filosofo e stratega militare cinese Sun Tzu (544-496 aC), secondo il quale “colui che spinge il nemico a muoversi, facendogli balenare l’occasione, s’assicura la superiorità“. Qui il nemico è rappresentato dal soldato che cerca di ucciderci, però può essere inteso anche con altra chiave di lettura. Si apre un mondo di considerazioni, perché possiamo trovarci a combattere un nemico fisico oppure una parte di noi stessi e, se va molto male, entrambe le cose.

Lo stratega cinese suggerisce un’idea interessante: non attendere che succeda qualcosa, piuttosto fai la tua mossa per avere la situazione in pugno; non aspettare che i pensieri, il tuo lato oscuro della forza, finiscano per condizionare le cose che fai, caso mai affrontali e ti troverai sempre in vantaggio. Il generale lo spiega così:

“Chi conosce l’altro e conosce se stesso, può combattere cento battaglie senza mai essere in pericolo. Chi non conosce l’altro ma conosce se stesso, per ogni vittoria subirà una sconfitta. Chi non conosce l’altro né se stesso, inevitabilmente perderà ogni battaglia“.

Non siamo poi così lontani da quanto ha insegnato Falco Tarassaco, la nostra guida spirituale:

“esiste una realtà che possiamo definire con la parola Nemico, che cerca sempre di smembrare, di separare pensieri e azioni grazie ai quali potremmo diventare migliori rispetto a quello che siamo. E’ una forza distruttiva che non ha aspetti positivi, perché è una parte aliena, estranea alla nostra vera natura di esseri umani”

Si riferisce al nostro Universo, alle leggi che ne regolano la vita e a tutto quello che può avere a che fare con gli esseri umani, con la nostra anima, o spirito, o scintilla divina e aggiunge:

“Ciascuno di noi dovrebbe conoscere i propri punti deboli e, con volontà e libertà intima, lavorare dentro di sé per sconfiggerli, imparando a guidare sempre meglio corpo e mente”

Potremmo pensare anche all’immagine di una fotografia scomposta in tantissime tessere di un puzzle, buttate in ordine sparso su un tavolo, a creare un rompicapo che mette a dura prova la nostra pazienza; tuttavia possiamo cominciare magari dalle parti più evidenti, che ci aiutano a mettere insieme la fotografia.

“Il mondo – diceva Falco – è colorato per consentire alla nostra componente divina di riconoscere le parti che le appartengono”. Muovere gli eventi, cercare segni e colori che ci risuonano, usare la fantasia e un pizzico di umorismo sono strumenti di grande aiuto per fare progressi in questo gioco di ricostruzione, tra luci e ombre. Sempre ammesso che sia gioco…