Quello del mito è il linguaggio più parlato della storia dell’umanità, perché inizia dai poemi assiro-babilonesi e giunge, ai giorni nostri, ai supereroi e alla “numero uno” di Uncle Scrooge di Walt Disney, il nostro Zio Paperone (il quale, riprendendo il nome dickensiano del protagonista del Cantico di Natale, si innesta già in una linea narrativa precedente).
Anzi: quando parliamo delle origini mesopotamiche in realtà ci riferiamo alle origini documentate dalla scrittura, ben sapendo che per l’epopea di Gilgamesh, allo stesso modo di come è stato per i poemi omerici per tante altre opere classiche, la loro scrittura fissa su carta – pardon: papiro, tavoletta, pergamena… – quanto già da tempo veniva tramandato dalla saggezza dei popoli.

L’antropologia ci insegna quello che il buon senso ci fa intuire da soli: i racconti di eroi, Dei, mondi incantati e strumenti magici è nato dalla semplice osservazione della natura, come deduzione che, in base agli strumenti di analisi che possedevano i primi gruppi umani, era la più logica per cercare di comprendere l’ambiente ed entrare in contatto con esso. Eroi e Divinità sono poi, a poco a poco, entrati nella tradizione popolare fino a diventare il cuore delle culture classiche e la base delle loro religioni.

I valori erano già dentro

È interessante notare che la creazione dei miti è stata la reazione naturale degli uomini di fronte alle sfide della vita, come se le figure che popolano le varie saghe fossero già dentro di loro e premessero per uscire. O meglio, dentro di loro c’erano già i valori – legati alla visione, alla forza, alla natura divina, alla interdipendenza tra realtà e mondo dell’Oltre – delle quali parlano le mitologie.
Trascorrono i secoli, i millenni, e se da un lato i valori sono ancora dentro di noi, ci chiediamo come cambia oggi la nostra capacità di raccontarli. In altre parole, quali sono i miti di oggi, se i miti esistono ancora. Oggi il mondo ha cambiato la loro funzione? Ed esistono miti attuali?

Il mito e damanhur

Sono domande importanti!
Forse Damanhur non sarebbe nata, se Falco Tarassaco e i suoi primi amici non si fossero trovati a riflettere su questi temi, e non si sarebbe sviluppata se i damanhuriani nel mondo non avessero portato avanti la stessa riflessione. Secondo te, quali sono le risposte?
La funzione dei miti oggi pare essere trasformata. Sono nati per riuscire a dare le prime spiegazioni riguardo ai fenomeni naturali, dal tuono alla morte ma oggi ci rimandano soprattutto all’esplorazione di noi stessi. Esplorare il mondo del mito, con le figure che lo popolano e le relazioni che le uniscono porta alla riflessione su di sé: sul nostro comportamento, sui nostri ideali, talenti, limiti, sogni. Riflettere sulle Divinità dei pantheon creati dai popoli, sui loro eroi, sulle missioni portate a termine da demoni e angeli, significa poter sentire “dentro” le voci di queste creature. E a poco a poco, scoprire nuove parti di sé, se necessario correggerle, e imparare a sfruttarle.
La funzione del mito, insomma, oggi è una funzione di scoperta e di potenziamento di se stessi: il mito nasce per misurarsi con il mondo e oggi si sviluppa come scoperta intima.

Le voci ci parlano

E i miti attuali? La cronaca non ce ne offre tanti, ma in fondo questa può essere una naturale conseguenza del fatto che in un mondo dominato dalla comunicazione, nel quale tutto è oggetto di notizie, immagini, commenti, viene a mancare quell’elemento dell’incanto così importante per avvicinarsi al concetto di mito. A meno di considerare mito le fake news, ma non ci pare il caso.
Ma del resto, quale bisogno abbiamo di miti moderni? Le figure che ci giungono dalle mitologie classiche, di ogni latitudine, comprendono già tutti gli elementi per i quali l’insegnamento del mito ci è prezioso e il fatto che la sua funzione cambi, conferma quanto questo mondo sia vitale.
Il compito di ognuno di noi è mantenere questa vitalità. In questo periodo dell’anno così particolare, tendi anche tu l’orecchio e ascolta le voci che parlano dentro di te.

Quali sono i miti che ti parlano?
Cosa ti dicono?
E tu, cosa di te racconti loro?