Nell’universo dei miti e degli eroi damanhuriani, Anansal occupa una posizione rilevante. Falco Tarassaco lo ha presentato, come elemento fondamentale della sua proposta spirituale, nell’episodio “La strada ai fuochi centrali” del Libro del Risveglio.
In Anansal ogni uomo e ogni donna può riconoscersi perché in lui si muovono tutte le passioni, le incertezze e gli eroismi che sono dentro di noi. Rispetto a noi, Anansal ha imparato a gestire i suoi sentimenti, e proprio per questi può ispirarci.
È il primo antenato degli umani su questo pianeta e con lui inizia la nostra storia. È umano e divino insieme, figlio della “prima madre”, che è “settima dea”. Lei lo guida verso la comprensione della sua missione e gli insegna il valore delle scelte.

Ogni scelta è un giuramento, un impegno con se stesso, al quale Anansal è fedele. Così, a poco a poco egli risveglia le antiche memorie della propria stirpe e da esse trae la saggezza che gli permette di comprendere il pensiero del popolo.

L’intuizione e la razionalità

Nel mondo in cui Anansal vive, l’intuizione indirizza la razionalità: includere e accogliere la diversità è l’obiettivo di ogni esperienza, secondo una visione che noi oggi chiamiamo “cultura matriarcale” e che nella dimensione di Anansal è una naturale attitudine dell’essere umano.
Questo eroe conosce le luci e le ombre del proprio mondo interiore e sa lottare attraverso ogni parte di sé. Teme le proprie debolezze, non perché ne abbia paura ma perché le rispetta: sa di dover essere più forte del dolore, della solitudine e di ogni forma di nemico, e cerca dentro di sé le risorse per riuscirci.

Quando è necessario – racconta Falco Tarassaco nel libro – si batte, con coraggio e con scaltrezza, con forza e abilità, con paura e con passione, per amore della vita e del popolo al quale è legato. Sa che non esiste la vittoria finale senza tante piccole vittorie lungo il cammino e per questo è attento a ogni piccolo gesto.
E come ogni essere umano, Anansal ama. Ama Setapta, il suo completamento femminile. Setapta è una giovane donna dai lunghi capelli, creatura sensibile all’arte dell’alchimia. È attraverso l’amore con lei che in Anansal si congiungono le forze del Femminile e quelle del Maschile, rendendolo pronto ad affrontare ogni sfida.

Nuove bellissime storie

L’eroe Anansal è il fratello maggiore di ognuno di noi. Nella mitologia damanhuriana, la sua figura è quella che ci indica il cammino da fare, la meta alla quale tendere. E ci dice anche che il confine tra il semplice uomo/donna e l’eroe è sottilissimo, può bastare la nostra volontà indirizzata con fermezza a trasformare noi stessi in qualcosa di più grande.

Il nostro viaggio lungo la nostra storia personale ha come meta il trasformare noi stessi nella figura di un mito, attraverso le nostre vittorie, il nostro coraggio, la nostra curiosità. Oppure, al contrario, ha come meta il far discendere Anansal nella nostra dimensione, imparando a riconoscere i grandi e piccoli eroismi degli altri fino a scoprire di essere circondati da persone meravigliose, dalle quali molto possiamo imparare e alle quali molto possiamo insegnare.
Anansal si muove con i nostri stessi gesti e vive i nostri stessi sentimenti, che lui comprende anche quando noi siamo confusi, come spesso capita. È un amico che ci indica la direzione verso la quale andare. Il senso di un eroe, di un mito, per Damanhur, è proprio quello di farci comprendere che la vita quotidiana è l’ambiente ideale per ospitare storie, pensieri, personaggi fuori dal comune… fino a scoprire che non esiste nulla che sia fuori dal comune. Esistiamo noi con i nostri sogni, i nostri limiti e le nostre virtù. E la nostra voglia, soprattutto, di scrivere nuove, bellissime pagine di vita.