Un cuore che batte…
[vc_row][vc_column width=”1/1″][vc_column_text]Mi chiamo Nibbio Origano e vivo a Damanhur da quasi quaranta anni. Il 31 dicembre del 2012, quasi sessantenne, mi sono predisposto a entrare nell’anno nuovo, che iniziava di lì a poco, in un modo abbastanza insolito: ho infatti avuto una serie di infarti successivi, con due arresti cardiaci, e solo la prontezza delle persone che erano con me a casa – la comunità damanhuriana di Lavallaorò – e poi i medici dell’ospedale mi hanno permesso di essere presente a tutti i capodanni successivi. A Torino, dove fui ricoverato, rimasi per una decina di giorni in coma farmacologico e poi per alcune settimane in reparto.
La mia esperienza con la malattia è iniziata in questo modo. Ora convivo con il mio cuore matto e con il mondo di riflessioni e di scoperte che si è spalancato davanti a me in quei giorni. Falco Tarassaco, mia guida spirituale da sempre, ha detto che possiamo considerare la malattia come una manifestazione dell’energia del Graal, che ci mette a contatto con parti profonde di noi stessi e della vita che altrimenti sarebbero sconosciute. Da parte mia posso dire di aver attraversato una dimensione che ha modificato tante cose dentro di me.[/vc_column_text][vc_single_image media=”63575″ media_width_percent=”100″][vc_column_text]
Prima sapevo, ora comprendo
Ciò che io voglio raccontare è l’esperienza del coma, durante la quale ho toccato con mano che tante cose che si leggono nei libri o che ci vengono raccontate – nel mio caso, le esperienze legate alla morte, delle quali tante volte Falco ci aveva parlato – sono proprio vere. Sospeso in quel sonno forzato, di fatto fuori dal mio corpo, ho incontrato situazioni, personaggi, percezioni che sono difficili da descrivere.
Ho fatto miei tanti concetti che prima avevo solo studiato. Ho compreso cosa significa essere fuori dal corpo, cosa è un’emozione, che cosa è maya e cosa è reale… tutte quelle cose che prima, semplicemente “sapevo” perché le avevo lette, meditate, condivise con altri appassionati agli stessi interrogativi, adesso le comprendevo, ora sono definitivamente scritte dentro di me perché le ho provate.[/vc_column_text][vc_single_image media=”63577″ media_width_percent=”100″][vc_column_text]
Ci vuole umorismo
Quando mi sono ripreso, ho portato con me tutto questo e ho cominciato la mia nuova vita con punti di vista nuovi. Quando sei “di là”, comprendi quali sono le cose che davvero esistono e quelle che sono solo apparenti. Adesso sono molto più distaccato nel modo in cui affronto le cose. Molte cose per le quali ci accapigliamo, alle quali ci appassioniamo – cosa che di per sé non è brutta, l’importante è la misura – in realtà non esistono, servono soltanto a farci sviluppare le emozioni che poi saranno un po’ la nostra bussola quando staremo attraversando la morte.
Questo mi fa ridere, perché trovo umoristico il fatto che le cose che hanno valore siano tutt’altre da quelle che crediamo.
Ancora oggi io mi arrabbio se vedo una situazione che non va, e amo con lo stesso amore di prima le persone a me care, ma lo faccio con un sorriso sulle labbra che mi ricorda che tutto è relativo, da prendere sul serio ma non troppo.
La Fisica delle particelle ci insegna che noi siamo fatti di vuoto, la realtà è vuota: beh, è una riflessione che non affronto più solo sul piano culturale ma come esperienza profonda che ho vissuto.[/vc_column_text][vc_single_image media=”63579″ media_width_percent=”100″][vc_column_text]
Che cosa è vero?
Che cosa è vero, dunque?
Ciò che è più vero sono le cose che noi viviamo e come le viviamo. La malattia, questo Graal che ti si presenta per invitarti a cambiare le tue logiche, mi insegna proprio questo: non è detto che un problema che ti si presenta sia davvero un’energia che può trasformarti, e non è detto che un infarto possa esserlo più di un raffreddore. Ma se tu sei in grado di cogliere questa opportunità, allora è davvero un’opportunità unica per farlo davvero.
Non la consiglio, ma se vi capita di viverla, gustatela fino in fondo.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]
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