Alla ricerca della coppa…

[vc_row][vc_column width=”1/1″][vc_column_text]Il Graal rappresenta uno dei miti che maggiormente serpeggiano, nella nostra cultura, anche quando non ce ne rendiamo conto. Per fare un esempio, pensiamo semplicemente all’ambito sportivo – che oggi significa anche enormi interessi mediatici, finanziari e spesso anche politici – e alle coppe che rappresentano il simbolo di ogni vittoria: dall’America’s Cup nel mondo della vela alla Coppa Davis nel tennis fino alla Coppa del Mondo che viene assegnata ai vincitori del campionato mondiale di calcio, sono tutti indiretti riferimenti al Graal, identificato per secoli in una coppa o in un calice.

Secondo la tradizione del medioevo europea, giunta fino ai nostri nostri, il Graal è infatti il contenitore che raccoglie il vino dell’ultima cena di Gesù oppure, in un’altra versione, che raccoglie il suo sangue durante l’agonia sulla croce.
La simbolica identificazione tra il trofeo sportivo e la mitica coppa è sottolineata anche dal processo che va affrontato per impadronirsene: il trofeo deve essere conquistato sul campo, in una leale competizione con gli avversari al termine di un percorso nel quale una alla volta sono state vinte tutte le sfide.[/vc_column_text][vc_single_image media=”66178″ media_width_percent=”100″][vc_column_text]Quindi, si tratta di un premio fortemente voluto e cercato. È la metafora perfetta dell’avventura del cavaliere senza macchia e senza paura, come enfatizzato dalla saga della Tavola rotonda, che dedicava la propria vita alla ricerca della sacra reliquia, superando un ostacolo dopo l’altro spinto dalla fede e dal coraggio.

Cercare e lasciarsi trovare

La visione del Graal che dà Falco Tarassaco conduce al ribaltamento di una parte di questo mito. Il Graal, dice Falco, è una forza grandissima che si sposta attraverso gli universi e che rappresenta la più grande forma di potere con la quale un essere evoluto può entrare in contatto. Sul nostro pianeta, in epoche diverse, si è manifestato attraverso forme e simboli diversi: l’ultimo è stato quello della coppa. Oggi, il simbolo che indica la vicinanza di questa forza è cambiato ancora ed è quello della malattia, cioè di uno stato dell’essere che ci porta ad abbassare le nostre difese e a riflettere sul valore della vita.[/vc_column_text][vc_single_image media=”66181″ media_width_percent=”100″][vc_column_text]Questa lettura ci porta a vedere con occhi completamente diversi la condizione del malato e il nostro atteggiamento nei confronti del disagio: la malattia è una condizione non da eliminare ma da attraversare per intero, per giungere alla completa guarigione, poiché quest’ultima è conseguibile solo attraverso una profonda riflessione sui significati spirituali della vita.

Il significato più straordinario di questa visione, però, è ancora un altro: se nella metafora della coppa il Graal è qualcosa che deve essere inseguito – dal cavaliere delle epoche passate fino allo sportivo odierno – in quella della malattia è il Graal che viene a cercarti e a darti l’opportunità di entrare in contatto con esso. Il Graal, cioè, non è un obiettivo ma un’opportunità che la vita ti offre.

Vivere è la grande impresa

La purezza, sembra dire questa forza, non consiste nel prepararsi a grandi imprese e a esprimere le proprie eccellenze in relazione a obiettivi straordinari, bensì a fare le stesse cose nella propria normalità, all’interno delle situazioni che incontriamo ogni giorno, lungo il cammino della propria esistenza.[/vc_column_text][vc_single_image media=”66183″ media_width_percent=”100″][vc_column_text]Essere eroi e cavalieri quotidiani, perché la grande impresa è vivere la quotidianità, non soltanto vivere l’avventura.

Perché, allora, proprio la malattia? E la salute è forse una condanna, una forma di lontananza dalle riflessioni sulla natura del Graal?
Naturalmente, non è così. Il fatto che la malattia sia il mezzo attraverso il quale entrare in contatto con il Graal significa che tutti siamo malati e che tutti abbiamo un campo nel quale esercitare la nostra capacità di guarigione: per alcuni la malattia è evidente nel corpo fisico, per altri lo è nel comportamento, per altri ancora è una malattia spirituale, che impedisce di trovare significati veri nella propria esistenza. Tutti abbiamo la possibilità di entrare in contatto con il Graal perché tutti, in forma evidente o no, siamo malati e tutti abbiamo il compito di comprendere attraverso quale parte di noi andare alla sua ricerca. In questo senso, oggi siamo tutti cavalieri in cerca di un premio al nostro coraggio.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

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Grande congiunzione il 21 dicembre. Atteso da molti astrologi, il prossimo Solstizio d’Inverno si preannuncia davvero unico, per il tipo di combinazione che si delinea nel cielo. Dopo circa 10 mesi di reciproca vicinanza in Capricorno, i grandi pianeti Saturno e Giove entrano in Acquario quasi simultaneamente e continueranno la loro unione ancora per gennaio e febbraio.

Responses

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  1. Il pass serve unicamente per avere una tessera in cui caricare tutte le funzioni degli individui sul modello cinese
    ( Conto bancario, tessera sanitaria, agenzia delle entrate pagamenti pubblici di ogni genere e via discorrendo)
    Siamo in un regime totalitario, crudele e assassino che opera da millenni!!!
    Il pass non dipende dal ministero della sanità ma dal ministero delle finanze

  2. Ho sentito che non mi dovevo vaccinare
    Sto bene, vivo con amore
    Amo la natura
    Prego
    In tutto quello che hanno e stanno facendo non c’è amore
    Condivido pienamente il vostro pensiero
    Vi ringrazio perché mi date forza, sapere che altri hanno le stesse vedute mi aiuta
    Un abbraccio a tutti

    1. Evidentemente, il pass verde, è ciò che va attraversato per prendere Consapevolezza di cosa e quanto valga la libertà dell’Essere.
      La sua connessione con l’Invisibile e la sua Empatia verso i suoi simili. Succede che a volte, bisogna perdere ciò che si ha per poterlo ritrovare. Tuttavia quando la Coscienza vede, comprende che nulla si può perdere, poiché e in noi. Questa è la Via, liberarsi in noi, e il riflesso che chiamiamo realtà si modificherà di conseguenza, e il pass verde sarà il semplice ricordo di un momento in cui la civiltà umana è caduta in ginocchio. Per fermarsi e osservarsi.