Quanto c’è di Falco in Damanhur
[vc_row][vc_column width=”1/1″][vc_column_text]Sempre più spesso arrivano a Damanhur visitatori che non hanno mai sentito parlare di Falco Tarassaco, fondatore e guida spirituale di Damanhur. Questo in parte avveniva anche prima della sua morte: Falco non amava essere evidente, rifiutava la popolarità che avrebbe potuto avere se avesse giocato a “fare il guru”, e desiderava al contrario che fosse Damanhur a interessare le persone. Le persone che visitavano Damanhur, però, entravano sempre in contatto con lui, sia perché lo si incontrava frequentemente mentre passeggiava per Damjl o per Damanhur Crea – Falco amava parlare con le persone sempre camminando, praticamente si sedeva solo durante gli incontri pubblici – sia perché ogni settimana animava due momenti di racconto, confronto, studio con cittadini damanhuriani e ospiti. Oggi tutto questo non è più possibile e il contatto con il fondatore e guida spirituale di Damanhur avviene indirettamente, attraverso le parole dei suoi allievi (anche fra questi, del resto, sono sempre di più quelli che non lo hanno conosciuto di persona).[/vc_column_text][vc_single_image media=”62280″ media_width_percent=”100″][vc_column_text]
Le piante ci insegnano
Talvolta, gli ospiti ci chiedono: oggi che c’è di Falco in Damanhur? È una domanda veramente impegnativa! La risposta da un lato è semplice: moltissime cose. Dall’altro, è complicata da dare, perché nel frattempo Damanhur, per propria natura – e secondo l’insegnamento di Falco – cambia, si trasforma, assume facce nuove e si sviluppa sviluppando logiche che non erano immaginabili cinque anni fa. Capita alle volte di sentir dire che da cinque anni Damanhur vive la fase del dopo-Falco. In realtà, non esiste un dopo Falco, come se passato lui, le comunità e le loro emanazioni fossero destinate a vivere la fase finale di un sogno interrotto. Al contrario: per molti aspetti, Damanhur comincia adesso. La Damanhur centrale, in Italia, comprende un vasto bosco di castagni, il Tempio Bosco sacro. Il castagno è una pianta che cresce in ceppaie, dalle quali si sviluppano vari alberi e che gettano, a ogni primavera, nuovi polloni, destinati a diventare alberi a loro volta. Damanhur in questo momento è un come una grande ceppaia di castagno nella quale si è seccato il primo albero, e gli altri continuano a crescere e a proiettarsi verso il cielo. Ancora una volta, le nostre amiche piante sanno darci un esempio di vitalità al quale ispirarci.[/vc_column_text][vc_single_image media=”62282″ media_width_percent=”100″][vc_column_text]Chi viene a Damanhur oggi incontra molte cose che negli ultimi anni si sono trasformate, in parte seguendo le indicazioni che Falco stesso ha voluto lasciarci, in parte completamente nuove. Se è vero che la validità di un educatore si vede dall’autonomia che ha saputo insegnare ai suoi allievi, Falco è stato veramente bravo. E generoso, avendo creato un mondo che sa sopravvivergli. Questo è uno dei punti centrali del suo insegnamento: nessun messaggio, nessuna realizzazione, nessuna guida spirituale può condizionare il futuro di chi verrà dopo. Ci sono dei principi da rispettare, dei valori da difendere, delle tradizioni attraverso le quali mantenere continuità con le radici del progetto, ma occorre farlo esprimendo il talento di ognuno e creando spazio per le sue aspirazioni. A Damanhur, ci sono oggi alcune cose che non c’erano ieri: l’impulso a creare comunità e iniziative all’estero, la riorganizzazione di numerose attività, lo sviluppo della collaborazione con tanti popoli e con i loro sciamani. Si tratta di cose per le quali Falco ha creato spazio e motivazioni, che i damanhuriani hanno saputo interpretare. In questo, c’è moltissimo di lui.[/vc_column_text][vc_single_image media=”62284″ media_width_percent=”100″][vc_column_text]
Una meditazione sulla generosità
È anche questa una meditazione molto istruttiva che ognuno di noi può fare. Nel nostro ambiente di lavoro, fra i nostri amici, nelle associazioni nelle quali facciamo volontariato, nei circoli artistici che frequentiamo e così via, quante cose abbiamo saputo creare che funzionano anche quando noi non ci siamo? Quante cose abbiamo creato che dipendono da noi e che gli altri non possono sviluppare? La risposta che ci diamo ci dice quanto siamo generosi. La generosità non consiste solo nel dare tanto agli altri ma anche nel fare in modo che gli altri non dipendano più da noi.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]
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