Cosa ho imparato dalla morte?
[vc_row][vc_column width=”1/1″][vc_column_text]Oggi parlo della morte. Nella società occidentale questo tema è sovente evitato come la peste. A Damanhur abbiamo come missione quella di creare una società in cui lo spirito si possa elevare, ispirando anche altri a creare nuove realtà che dimostrino che vivere in modo diverso è possibile: realtà dove “Esseri Umani” possa essere scritto con la E e la U maiuscole. Il pensiero verso la morte in una società evoluta, è un elemento importante, direi cruciale. Noi non possiamo evitare la morte, né quella dei nostri cari, né la nostra. Quindi, è meglio che impariamo a farla parte della nostra vita, perché come diceva Falco:
Prepararsi alla buona morte vuol dire vivere bene.
Ho incontrato la morte di persone a me care abbastanza avanti nella vita. La prima che mi ha toccata profondamente è stata la morte di mia madre, avvenuta quando avevo 36 anni. Dopo un anno circa è morto anche il mio maestro, Falco Tarassaco, ispiratore e guida spirituale di Damanhur. Proprio oggi ho partecipato al momento di commemorazione di un fratello Iniziato, Antonello, e questo mi ha motivato a scriverne.
Queste non sono le uniche morti che mi hanno toccata, ma sono quelle che hanno lasciato un segno indelebile nella mia vita, principalmente perché vissute con una consapevolezza che le ha colorate come esperienze evolutive, anche se difficili e profondamente tristi.
Con piacere condivido con voi quello che ho imparato a Damanhur per vivere bene e affrontare meglio la morte. Di sicuro non coprirò tutti gli elementi della filosofia e della pratica damanhuriane legati alla morte, trattandosi di un tema veramente vasto, ma anche per questo è meglio iniziare.
[/vc_column_text][vc_single_image media=”61073″ media_width_percent=”100″][vc_column_text]Vivo meglio la morte se:
1. Non scappo dalla morte
Rifletterci, leggere libri, testi o altro che mi possono aiutare a comprenderla meglio, tutto ciò mi aiuta ad arrivare alla fine della mia vita con una certa serenità, come anche a motivarmi a fare cose che serve fare quando ho ancora tempo. Un libro che per me ha fatto la differenza è il libro di Falco “Imparare a morire” che suggerisco a tutti. Vi trovate un testo che potete adattare e leggere a persone a voi care che sono vicine a quel momento o che l’hanno appena vissuto. L’ho letto a mia madre appena morta e mi ha dato tanta emozione e presenza del momento, e non mi sono persa nella troppa emotività che di solito viene con una visione troppo egoistica della morte.
2. Penso alla persona appena morta
non solo a me stessa. Nella morte ci vuole una certa dignità. Spesso ho assistito a funerali dove le persone vicine al defunto erano immerse in uno sconsolato pianto. Con una visione più ampia della morte, mi sono resa conto del fatto che la persona appena morta mi percepisce ancora e, forse, dal mio pianto viene ingabbiata più che aiutata. Se amo veramente quella persona, e lei non è più qui, forse la aiuto di più pensandola libera di procedere sul proprio cammino, in questo modo facilito questa persona amata. Forse anche lei riesce a procedere serenamente se mi percepisce presente al momento, capace di salutarla con tutto l’amore che sentivo per lei.[/vc_column_text][vc_single_image media=”61110″ media_width_percent=”100″][vc_column_text]
3. Risolvo tutti i sospesi
rendendo più facile per tutti affrontare la mia dipartita. A Damanhur tutti sono incoraggiati a scrivere il proprio testamento, non solo quello fisico, nel senso di “A chi lascio i miei beni”, ma anche quello psicologico ed emozionale. Se muoio domani, creo problemi ad altri? Come posso aiutare a diminuirei questi eventuali problemi? Se ho un figlio, ho trovato la persona alla quale affidarlo? Se ho dei debiti in sospeso, come riesco a risolverli in maniera di non mettere in difficoltà qualcun altro se muoio? Sono tutte cose che, se non affrontate, appesantiscono la nostra vita oltre che la nostra morte, mentre pensandole e risolvendole creiamo una serenità di sottofondo. Pensare che siamo immortali porta solo a ritrarci da questi problemi. Se li affrontiamo per tempo, dopo ci sentiamo molto meglio.
Aggiungerei un’altra frase di Falco che ho trovato molto bella:
Fortunati coloro i quali, nella loro vita, avranno modo di incontrarsi con la propria morte e di non escluderla semplicemente dal proprio vissuto.
Ecco, anche solo scrivere queste cose, sapendo che forse grazie a esse qualcuno di voi affronterà meglio la propria morte o la morte di un proprio caro, è un aspetto che mi porta a vivere più serena. Mi piacerebbe sentire anche te: hai mai riflettuto sulla morte? Se sì, cosa ti ha aiutato a viverla con più serenità e dignità?[/vc_column_text][vc_button button_color=”accent” size=”btn-xl” radius=”btn-round” border_width=”0″ link=”url:http%3A%2F%2Fwww.damanhur.org%2Fit%2Fi-libri-di-damanhur%23imparare-a-morire-it||target:%20_blank|”]Leggi il libro: Imparare a morire[/vc_button][/vc_column][/vc_row]
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