Un sogno realizzato

[vc_row][vc_column width=”1/1″][vc_single_image media=”57215″ media_width_percent=”25″ alignment=”center”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Fin da piccola ho sempre pensato di andare in Africa. Allora non c’era internet e sulla Tv nazionale (non esistevano le reti private) si alternavano servizi su questo continente ricco di colori, cultura e tradizioni di popoli fieri, con altri in cui le sue popolazioni erano stremate dalla mancanza di cibo e di acqua. Credo di aver condiviso con i coetanei di allora una pena immensa nel vedere sullo schermo bambini scheletrici e con la pancia gonfia, abbandonati su un giaciglio e assediati dalle mosche. Decidere di andare ad aiutare queste persone a 6-7 anni fu facile come anche, purtroppo, non riuscire a farlo quando, anni dopo, crescendo la mia vita cambiò radicalmente e la mia attenzione dovette concentrarsi su come riuscire a sopravvivere in questo mondo così spietato.


Cambiare il mondo

Ma quello che non ho mai dimenticato è il sogno di cambiare questo mondo. Decidere di venire a vivere a Damanhur e costruire insieme ad altri una realtà a misura dei valori umani e spirituali è stato il mio modo di metterlo in pratica. Come Damanhur anche tante altre comunità sono cresciute nel mondo e una rete di solidarietà ha portato tutte queste realtà a condividere le reciproche conquiste nei vari campi legati alla socialità, alla sostenibilità, alla spiritualità. Questa rete si chiama GEN. La prima volta che ho partecipato ad un raduno di ecovillaggi e comunità spirituali organizzato da Gen il mio cuore ha avuto un sussulto di speranza: l’unione, la cooperazione tra chi vive quotidianamente nell’intento di unire le proprie potenzialità a quelle di altri può fare la differenza per questo mondo, può dimostrare che vivere insieme nell’aiuto e rispetto reciproco, creando piccole o grandi comunità solidali, è possibile!

Il mio sogno di bambina

Quando la rete di Gen si è estesa fino a comprendere gli ecovillaggi africani, grazie all’attivismo di tante persone coraggiose, abbiamo conosciuto Ousmane Ali Pame, allora sindaco di Guedè Chantier, un ecovillaggio nel Senegal. Tutti quelli che hanno condiviso lo stesso desiderio da piccoli -fare qualcosa in prima persona per migliorare le condizioni di vita in Africa- hanno provato la stessa emozione quando abbiamo stretto un gemellaggio tra Damanhur e Guedè Chantier.

Ricollegarmi al sogno che avevo a 6-7 anni e riuscire a realizzarlo, anche se dopo tanti anni, è come cucire insieme pezzi della propria anima. E’ qualcosa di speciale che auguro a tutti di provare.

Il viaggio

Il 25 Marzo siamo partiti per il Senegal alla volta di Guedè Chantier, sotto l’organizzazione di Damanhur Education. Insieme alle persone del posto abbiamo piantato 1600 alberi da frutto che fermeranno l’erosione del terreno e in pochi anni procureranno cibo essenziale alla comunità. Tra noi -eravamo sei damanhuriani- c’era Pellicano, una formidabile cuoca che ha tenuto il secondo seminario sulla trasformazione del cibo (il primo seminario si è tenuto a marzo del 2016), insegnando a tutte le donne del villaggio come preservare il cibo che cresce in abbondanza in alcuni mesi per combattere la malnutrizione che affligge il villaggio per i restanti mesi.


Questo è il risultato di un sogno coltivato nel punto più potente di me: il cuore. E’ un’ulteriore conferma che i sogni sono le cose più dense di significato che esistano nella vita.

Non rinunciate mai a scambiare i vostri sogni con altri, i sogni sono i semi di un giardino in cui i fiori sono di tutti.

Formica Coriandolo

 

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

Related Articles

Responses

Your email address will not be published. Required fields are marked *