Vivere in comunità è poi cosi difficile?
Ma come fate a vivere in comunità?
Ecco la domanda più frequente che mi sono sentita rivolgere da quando abito a Damanhur! Una domanda lecita, se si considera l’aumento vertiginoso a livello globale delle famiglie unipersonali, o mononucleari, ovvero composte da un’unica persona.
Questa domanda è spesso accompagnata dal tipico strabuzzamento di occhi che denota la difficoltà a credere possibile la convivenza in una famiglia di venti-venticinque persone, e l’ancor più impegnativa idea di essere parte di una ancora più grande realtà -che noi definiamo Popolo- di seicento persone…
Ci sono persone che dichiarano che non potrebbero mai vivere in condizioni simili e altre che si commuovono al pensiero che sia possibile creare una rete di affetto e solidarietà profonda tra così tante persone… E’ davvero particolare assistere a questa gamma di reazioni, spesso agli antipodi, che dimostrano quanto la nostra società occidentale abbia perso l’archetipo della convivenza, del vivere insieme e del sentirsi profondamente parte di un’identità collettiva.
La noia è l’ultimo dei problemi!
Rispondere in tutti questi anni alla stessa domanda potrebbe essere noioso -molto noioso!- ma per fortuna la noia, quando si vive insieme a tante persone, è l’ultimo dei problemi, di conseguenza anche rispondere ad una simile richiesta mi ha offerto la possibilità di spaziare sui tanti, tantissimi aneddoti legati alla vita comunitaria che in questi quarant’anni hanno caratterizzato la nostra quotidianità, a partire dai primi anni fino ad oggi.
Una delle cose ad esempio che stupisce sempre tutti è la decisione presa, negli anni ’80-’90, di traslocare spesso da una casa all’altra per riuscire a creare delle connessioni significative tra tutti. Traslocare evidentemente spaventa la maggioranza delle persone, perchè tutte le volte che ne ho parlato un’espressione incredula si è dipinta sulla faccia dei miei interlocutori.
Qualcuno mi ha anche detto, con viva preoccupazione, se eravamo al corrente che diverse indagini statistiche imputano al trasloco una delle maggiori cause di stress psicologico, dopo il lutto e la separazione. Lì per lì mi sono preoccupata anche io, non per tutti i traslochi fatti insieme nel corso degli anni e superati, peraltro, felicemente, ma all’idea che viviamo in una società in cui il trasloco può assumere un connotato simile…
Ebbene, in Damanhur ci sono persone che in quarant’anni hanno traslocato una trentina di volte, godendo di un’ottima salute e di grande senso dell’umorismo ;).
Niente di meglio che provare…
La cosa che più amo di Damanhur è l’assoluta originalità. Una delle idee più innovative degli ultimi anni è, ad esempio, aver deciso di aprire le porte ad una forma di cittadinanza “a tempo”, ovvero della durata di tre mesi.
Di solito nelle comunità si sceglie di andarci a vivere o di non andarci. Ci si può stare per un periodo anche abbastanza lungo, come ospiti o come woofer, ma questa formula non significa diventare davvero parte della comunità.
La cittadinanza “a tempo” invece permette a chiunque lo desideri di diventare parte integrante della comunità, anche solo per un periodo limitato, e da quando abbiamo aperto a questa possibilità centinaia di persone da tutto il mondo hanno vissuto questa esperienza. Questo progetto si chiama New Life ed ha permesso anche alle persone meno propense a vivere un’esperienza comunitaria di poter toccare con mano cosa comporta la convivenza con altri, così come ha dato gli strumenti per poter iniziare nuove comunità nel mondo a tutti coloro che vi hanno partecipato con quest’intento.
Alcuni hanno anche deciso di diventare cittadini di Damanhur in modo permanente ;).
E tu, che ne pensi della vita comunitaria? Hai mai provato il desiderio di vivere quest’esperienza? Se sei interessato a esplorare questa dimensione visita il sito di Gen, troverai molte informazioni interessanti sulle diverse esperienze comunitarie in Europa e nel mondo!
Salve, sono mi chiamo Alessia e sto vivendo un momento davvero difficile e introspettivo della mia vita. Ho bisogno di trovare me stessa e di dare spazio alla spiritualità che ho dentro. Cerco un alloggio per trovare la solitudine di cui ho bisogno e vi chiedo aiuto.
Salve Alessia, in questo momento di pandemia, tali riflessioni sono molto comuni. Crediamo che tutti sono o in ogni caso sarebbe positivo se fossero introspettivi. In questo momento non è possibile visitare la comunità viste le misure di sicurezza e lo stare a casa. Appena la situazione cambia puoi contattare il nostro Welcome center e vedere le opzioni di visita che per te sono migliori. Un saluto solare da Damanhur
Damanhur Welcome Center