I cambiamenti sul nostro pianeta sono sempre più rapidi ed estremi. In passato si pensava che uno dei problemi principali fosse il non avere accesso alle informazioni, ma negli ultimi 50 anni, il rapido sviluppo della tecnologia e Internet ci ha dimostrato che l’accesso alla conoscenza è importante, ma non risolve tutti i problemi.
Tutti sappiamo che stiamo distruggendo il pianeta, che con l’industria e lo sviluppo abbiamo portato l’ecosistema ad un punto di non ritorno, che se non facciamo presto qualcosa di drastico, ci auto-estingueremo. Non sembra che questo sia sufficiente per creare cambiamenti che abbiano davvero un impatto.
Leggendo la vita di Rāma, e quella di altri grandi Iniziati come Cristo e Krishna, la cosa che mi affascina di più è la loro profonda relazione con qualcosa di invisibile, uno spirito che li guida e che dà loro capacità di essere rivoluzionari senza essere distruttivi.
Forse l’accesso all’informazione deve essere sostenuto da un altro tipo di ispirazione, collegata a serbatoi più elevati di coscienza. Consapevolezza ed energia che ci portino ad azioni illuminate, davvero efficaci e sostenute non solo dal pensiero, ma anche dall’anima. Forse Rama, con la sua storia, ci può rassicurare sul fatto che, se ci impegniamo con un cuore puro e vero spirito di amore e servizio, l’accesso a queste energie elevate è possibile. Le domande trovano risposta, gli aneliti vengono sostenuti per poi poterci guidare ad azioni che davvero trasformano il mondo.
La conoscenza è importante
Rāma – che ancora si chiamava Ram -, viveva in un tempo quando i sacrifici umani erano una cosa normale, ma la sua anima si ribellava a quei culti cruenti. La sua razza era in pericolo di estinzione, proprio come oggi noi ci troviamo di fronte alla auto-estinzione.
Ram, giovane destinato al sacerdozio, era chiamato “colui che sa” e “l’ispirato dalla pace”. I suoi interessi principali erano le erbe e il loro uso, le stelle e l’astrologia. Quando scoppiò un’epidemia di peste, Ram pensò che fosse una punizione divina per i sacrifici umani. Allora, si mise a cercare un mezzo per salvare quella gente. Ma la sua conoscenza, per quanto vasta, non era sufficiente…
…ma non basta
Dopo diversi giorni di meditazione su come trovare una soluzione, seduto sotto la sua amata quercia, Ram sentì la voce di un uomo. Era una figura luccicante, vestita con una tunica bianca, e con una frequenza divina. L’essere gli diede un ramo di vischio e gli sussurrò come prepararlo per salvare il suo popolo. Ram preparò la pozione di vischio secondo le istruzioni ricevute. Poi la fece bere ad un malato che, dopo poco, guarì. Da quel momento il vischio diventò una pianta sacra in India, proprio come lo è per i Celti europei. A leggere questa storia, sembra che sia stato un Druido celta ad apparire in sogno a Rama, ad indicare che questi serbatoi di ispirazione non hanno confini culturali o geografici.
La storia di Rama mi colpisce per la “formula magica” che ci indica: una profonda armonia fra lo studio e l’ispirazione, un saper agire e un saper lasciarsi guidare, un saper volere che diventa saper essere.
Bertuccia Bietola
Con meditazione e solitudine riemerge dentro l’uomo colui che lo accompagna sulla via, in Maya, dentro l’illusione. La storia che ci racconti è una modalità realizzabile di vita, ma chi è colui che si lascia alle spalle le illusioni in cui annaspa, chi si dona? Ho conosciuto un uomo,
che si donava,
Ché sulle orme del Cristo camminava,
E anche lui dall’induismo
Molta cultura accumulava…
È come colui che il suo sé donò,
A ch’egli morì.
Guariva la gente,
Ché della malattia non ne sapeva niente,
Curava le anime ma senza mente…
La scelta della rinuncia lì portava
Ad aggirare l’ostacolo che li bloccava…
È la guarigione
Dopo 40 giorni non tardava…
Con rispetto e dedizione
Mi congedo da questa azione,
E come colui che mi ammansui’
Vi lascio sperimentare per i futuri di’…
Bella poesia, Caterina! un Koan! 🙂
Saluti da Damanhur, Bertuccia