L’arcangelo Rafael fa parte di quelle figure che si rincorrono in mitologie diverse: un eroe che oggi definiremmo multietnico, un vero cittadino del mondo. Rafael è presente nella Bibbia, il testo più diffuso del Pianeta, e su di lui sono stati scritti volumi anche da esperti di angeli contemporanei, che hanno riportato in auge la sua figura e a volte “aggiornato” le sue funzioni. L’etimologia del suo nome, in ebraico antico significa “è dio che guarisce”, oppure “Dio, per favore, guarisci”.

Per i cristiani Rafael fa parte della religione, mentre per ebrei e cristiani protestanti la sua presenza è più legata alla cultura, poiché nella Torah, gli angeli citati non hanno nome. Come gli altri angeli, Rafael è citato in libri considerati apocrifi. Per Nell’Islam, Rafael è onorato come uno dei grandi arcangeli, responsabile di segnalare la venuta del Giorno del Giudizio suonando la sua tromba.
Nel Vangelo Rafael diventa San Raffaele e si radica ancora di più nell’immaginario popolare. Curiosamente, il primo documento che cita il santo, risalente al secolo XI, è stato scritto nella città di Ivrea, a pochi chilometri dal luogo in cui nove secoli dopo è stata fondata Damanhur.

Rafael è uno degli arcangeli costantemente ammessi alla presenza di Dio. Nel contesto delle religioni monoteiste quindi, Rafael è una delle creature non divine più vicine al Creatore e questo gli conferisce capacità benefiche nei confronti dell’umanità. Rafael si prende cura della salute e di coloro che soffrono in generale, e anche dell’amore di coppia. È molto vicino alle sofferenze e alle speranze quotidiane degli esseri umani, quasi a voler bilanciare l’elitaria condizione che vive nei confronti dell’Uno.

Invocare il suo nome significa ricevere protezione, serenità, gioia nella vita affettiva e, soprattutto, saper affrontare ogni sofferenza fisica e morale: molti, nel mondo, ancora oggi lo invocano per ricevere sogni e ispirazione su come guarire le sofferenze del corpo e lenire quelle dell’anima.
Sulle pareti dei Templi dell’Umanità, e quindi sulle pagine del mese di settembre del calendario damanhuriano, Rafael è rappresentato inginocchiato, il volto sereno e un giglio nella mano sinistra, che spande i suoi petali nel vento. È in questo modo che i suoi doni si diffondono sull’umanità.

Rafael può essere immaginato come un’entità che continuamente filtra e diffonde nel mondo energia coerente, pura, proveniente dal cuore dell’Universo. Energia dalla quale, come un fiore profumato, possono nascere armonia e bellezza, se sappiamo ascoltare il nostro cuore e collegarci a frequenze elevate di coscienza.
Rafael è un ponte tra livelli multidimensionali di pura energia e la dimensione in cui viviamo. Quando noi entriamo in contatto con questa energia – che possiamo anche chiamare prana, matrix divina, Reale, Nous e con molti altri nomi– guariamo dei nostri mali fisici e spirituali perché siamo parte del flusso della vita e della coscienza. Rafael rappresenta questo ponte e veglia affinché il passaggio sia costantemente aperto.

In questa epoca in cui la chiamata al Risveglio sta passando anche attraverso una pandemia, è importante ricordarci che Rafael è presente e sta già operando secondo la sua missione, che è quella di diffondere sul mondo energia risanatrice. Dobbiamo accorgercene, semplicemente. Essere collegati all’energia pura dell’Universo significa essere a nostra volta sulla strada della purezza, ed esprimere pensieri ed azioni puliti non soltanto verso la nostra vita, ma anche verso la politica, i diritti umani, lo stile di vita che vorremmo vedere sulla Terra.
Rafael continua a far piovere su di noi energia pura, per aiutarci. Forse noi possiamo aiutare lui in questo: percepire, contattare, usare questa forza, in modo tale che la sua sorgente sia sempre libera e continui a benedirci con i suoi doni. In questi mesi di epidemie, di ripensamenti, di elezioni importanti, il mondo – cioè ognuno di noi – ne ha davvero bisogno.