C’è chi dice che il corpo fisico sia un elemento di poca importanza in una strada spirituale, e che anzi possa diventare un ostacolo, come tutto ciò che è materiale.
C’è chi, al contrario, sostiene che il corpo è l’unica certezza che abbiamo, dato che nell’anima, in una divinità, in una vita oltre la morte possiamo credere, ma senza alcuna garanzia.
Nella visione di Falco Tarassaco, il corpo è il tempio dell’anima: senza di lei, lui non avrebbe significato e finirebbe per essere una specie di ologramma privo di sostanza; senza di lui, lei non avrebbe la possibilità di fare esperienza della materia e la materia, lo sappiamo, è uno degli elementi caratterizzanti del nostro universo. Quindi, senza corpo l’anima non avrebbe alcun motivo per entrare nell’universo. Sono, insomma, entrambi importanti.
L’anima è un elemento senza tempo, che quindi rappresenta la nostra dimensione eterna, mentre il corpo è un elemento transitorio, che rappresenta il qui e ora. L’anima è più Reale, il corpo è più Maya ma nel momento nel quale esiste, svolge una funzione fondamentale: per esempio, è lui a scandire i tempi della nascita e della morte, e quando lui muore, a poco a poco tutte le parti che compongono un individuo – l’aura, i corpi energetici, le memorie – si separano l’una dall’altra, mettendo la parola fine all’esperienza di quella vita.
La parola “esperienza” è molto indicativa della vita del corpo. Spiegava Falco che il nostro corpo fisico compie continuamente molte sperimentazioni: l’adattamento all’ambiente, la risposta agli stimoli psicosomatici, la preferenza che in certi momenti abbiamo per certi cibi anziché per altri, i modi di dormire, non sono soltanto programmi prestabiliti che il corpo deve seguire, come ad esempio l’invecchiamento, ma anche vere e proprie sperimentazioni che il corpo compie di propria iniziativa. In questo modo anche lui, come partner dell’anima, partecipa all’esplorazione della vita, invece che esserne semplicemente testimone.
Il Graal, i Cavalieri e Indiana Jones
Anche la malattia, da questo punto di vista, assume un’importanza completamente diversa da quella che abbiamo immaginato fino a oggi: si tratta di una forma di sperimentazione che il corpo fisico conduce, che coinvolge gli altri corpi e ogni altra parte dell’individuo. Queste altre parti non sempre ne sono soddisfatte ma a loro volta sono tenute a adattarsi. Quando accettiamo ciò che accade e ne comprendiamo l’insegnamento, l’individuo è di fronte a un processo evolutivo; quando lo rifiutano, avviene esattamente il contrario.
Secondo Falco, la malattia è una preziosa esperienza evolutiva, che porta la persona a riflettere su se stessa e sull’armonia che esprime con l’universo. Ma il suo valore non si ferma qui: la presenza della malattia mette in contatto con la forza chiamata Graal, la stessa che molte culture tradizionali hanno rappresentato con una coppa, cercata da cavalieri, da ricercatori, da mistici, perfino da Indiana Jones! La coppa contiene, misura e distribuisce le energie più potenti dell’universo.
Nella visione damanhuriana, il contatto con quelle stesse energie avviene in questa epoca attraverso la malattia: è attraverso di essa, sapendola comprendere e facendone elemento di trasformazione personale, che possiamo essere vicini al cuore pulsante dell’universo, che si espande costantemente nella direzione di una sempre maggiore complessità.
La saggezza del corpo
Il nostro corpo “gioca” anche con questo: accoglie la malattia e sperimenta attraverso di essa nuovi stati del proprio essere. Un concetto importante da comprendere, alla base dell’insegnamento di Falco, è che la salute non serve a mantenere la vita, serve a trasformarla continuamente in un campo di forze nuovo. Il corpo che mette se stesso alla prova, fino a cercare l’esperienza dell’apparente disarmonia, è perfettamente in linea con la direzione della vita.
A noi spetta assecondarlo: non costringerlo alla malattia, con abitudini malsane, e non mantenerne artificialmente l’efficienza, fino a perdere il contatto con esso.
Il corpo è saggio e imparare a dialogare con esso lo è ancora di più.
Noi siamo un’unità di tante cose diverse, corpo fisico compreso, e il dialogo tra tutte queste cose ci permette di essere felici e sani: un altro modo per comprendere quanto è importante essere una comunità (perfino con se stessi).