Si direbbe che a Dio e agli Dei i sogni piacciano parecchio. Lo dimostrano i testi sacri di tradizioni diverse.
Nella Bibbia, ad esempio, è scritto che il profeta Daniele sognò e poi descrisse la potenza di Babilonia, che vide simboleggiata in molte bestie che rappresentavano le dinastie succedutesi nella città. E un angelo, messaggero divino, nel sogno gli spiegava le simbologie, come il montone che rappresentava i Re di Medi e Persiani, e il caprone che rappresentava i sovrani greci.
In un altro sogno Giuseppe il falegname, padre putativo di Gesù, venne avvertito dal Creatore in persona della strage di figli primogeniti che re Erode aveva comandato e dell’urgenza di fuggire in Egitto con la moglie e il figlio. Successivamente, sempre in sogno Dio gli comunicò che era possibile tornare. Il piccolo Gesù, quindi, dovrebbe la vita a un sogno!
Anche il mondo dell’Islam presenta elementi strettamente legati alla sfera onirica. Il profeta Maometto ricevette nel sonno l’annuncio da parte dell’arcangelo Gabriele di essere il prescelto per scrivere il Corano. Questo messaggio, che era scritto su una stoffa, gli risultò chiarissimo da leggere nonostante lui fosse stato fino a quel momento analfabeta. E anche il seguito della sua grande opera fu ispirato a Maometto attraverso il sogno.
La correlazione fra il mondo al quale accediamo la notte e quello divino è evidentemente molto grande e tutte le tradizioni – ci siamo limitati a citarne due – riconoscono alla dimensione onirica una grande valenza. Per la verità, la tradizione cristiana cercò, all’inizio del Medioevo, di ridimensionare molto l’importanza del sogno: San Girolamo, Dottore della Chiesa e primo traduttore integrale della Bibbia in latino, interpretò i passi legati al sogno come episodi legati al demonio e il sogno diventò così un territorio infido, pericoloso, quanto meno di poca rilevanza. Ma se pensiamo a come apparizioni miracolose e sogni si mescolano anche nella tradizione cristiana degli ultimi secoli, ne deduciamo che le opinioni del Santo non hanno attecchito più di tanto nell’immaginazione popolare.
Un territorio ricchissimo
Per tutti noi che non siamo santi né profeti, e che cerchiamo nella vita di ogni giorno segni che ci aiutino a decifrare le chiavi della vita e della felicità, il sogno è un territorio ricchissimo di spunti. Falco Tarassaco, fondatore di Damanhur, invitava tutti ad avere attenzione ai propri sogni, ad annotarli su un quaderno, a rileggerli di quando in quando, nella convinzione che attraverso l’attività onirica noi riceviamo talvolta messaggi, ispirazioni, intuizioni provenienti da una sfera più alta di quella nella quale trascorriamo il tempo della veglia. I sogni sono in parte riflesso di ciò che viviamo durante il giorno e occorre qualche ora di sonno affinché le esperienze della giornata siano processate: in questo caso, il sogno equivale a una barca che manovra dentro le acque del porto, per equilibrare le vele e saggiare il vento. Poi, dopo un certo tempo, con l’ingresso nella fase “REM” il sogno si fa profondo e allora ci troviamo non più a mettere ordine nelle cose del giorno ma a muoverci in una dimensione nuova, slegata da quella della quale abbiamo fatto esperienza da svegli. E come una barca che prende il largo e affronta il mare aperto, entriamo in contatto con un piano di realtà nel quale interagiamo con energie, intelligenze, messaggi che vengono da “altrove”.
Tu cosa hai sognato?
Naturalmente, afferma Falco, occorre saperlo fare bene, tanto da aver creato dei corsi apposta per imparare a muoversi nell’universo onirico. Se ci pensi bene, forse anche tu puoi ricordare qualche sogno particolare, che ti ha ispirato. Sogni che al mattino ti hanno lasciato particolarmente gioioso, con una consapevolezza che non avevi mai provato, che ti hanno suggerito come agire rispetto ai problemi sui quali ti stavi interrogando.