Il Global Climate Strike è dietro di noi, la settimana di manifestazioni pubbliche a favore dell’ambiente, che era organizzato in concomitanza con il Summit delle Nazioni Unite sul clima. L’evento più rilevante del Summit, se non politicamente certamente dal punto di vista mediatico, è stato l’intervento di Greta Thurnberg il 23 settembre.
In tutte le principali città libere del mondo si sono svolte, quattro giorni dopo, manifestazioni pacifiche sugli stessi temi.
Non c’è dubbio che Greta abbia portato un colore nuovo in una battaglia, quella per l’ambiente, che da decenni vede impegnata l’opinione pubblica, con discussioni che coinvolgono operatori, esperti, politici, gente comune. Greta riporta all’attenzione idee che sono già note ma, in virtù della giovane età e della capacità di coinvolgimento dei suoi coetanei, ha rilanciato anche da un punto di vista emozionale temi che sembravano entrati un po’ nella routine.
È per questo che usiamo le sue parole per riflettere. Greta dice “Il mondo si sta svegliando e il cambiamento sta arrivando.” Chiediamoci che cosa significa e, soprattutto, se dentro di noi è vero. Molti media, dopo le manifestazioni di venerdì 27 settembre, hanno ironizzato sulle cartacce, il junkfood, le bibite in lattina, in altre parole sull’impatto ambientale delle manifestazioni per salvare l’ambiente. Tutto giusto, ma forse, invece che lamentarsi perché i giovani sanno solo ripetere slogan, da parte degli adulti sarebbe opportuno indicare come trasformare gli slogan in azioni concrete. Altrimenti, la differenza tra giovane e adulto qual è?
Per non sentirsi provinciali
È impossibile fare qualsiasi cosa senza inquinare. Ogni volta che accendiamo un fuoco produciamo CO2. Non solo gli impianti a gasolio ma anche le stufe che abbiamo ereditato dai nostri nonni inquinano! Non per questo smettiamo di scaldarci e di preferire la legna al gasolio: ciò che è importante è darci una misura.
Purtroppo il progresso tecnologico e il benessere hanno prodotto alcune abitudini alle quali è difficile rinunciare, non tanto perché si è pigri – come sovente si sente dire – ma perché ci sentiamo sciocchi e un po’ provinciali al solo pensiero.
Ad esempio: cosa c’è di più bello che viaggiare per il Pianeta, conoscendo luoghi e panorami lontani? È bello, democratico, apre la mente, fa sentire cittadini del mondo. I viaggi in aereo, però, sono una delle maggiori fonti di inquinamento personale che un essere umano può produrre, e bisognerebbe ridurli drasticamente. Siamo disponibili ad autolimitare i nostri spostamenti, per motivi ambientali? Siamo disposti, anche se economicamente potremmo permetterci qualunque viaggio (e vediamo altri intorno a noi che continuano a farlo), a stabilire una quota di miglia annue ecologicamente sostenibile, senza sentirci provinciali se facciamo una scelta etica di questo genere?
Gli esempi potrebbero essere mille: prima che Trump, Xi Jinping e gli altri Presidenti intervengano seriamente sulle emissioni, potremmo noi cambiare il modo di rapportarci alle prestazioni del computer, alla frutta esotica in tavola, alla necessità di gadget di ogni tipo. Senza diventare, e soprattutto senza sentirci, dei fondamentalisti fuori dal tempo.
I miei valori
Può sembrare assurdo ma è così: l’idea di salvare il pianeta non scalda il cuore di nessuno. Rispettare la natura perché così la nostra vita sarà migliore, non sembra essere sufficiente a convincere le persone. Occorre trovare valori nuovi e più convincenti. Falco Tarassaco parlava della natura come dell’ambiente spirituale più favorevole alla crescita dell’essere umano, perché la natura è popolata da tante intelligenze che attraverso il contatto con loro possono darsi spunti, serenità, indicazioni per la nostra vita. Occorre dare spazio a questa parte di sé e sviluppare il senso dell’incontro con le forze naturali, cominciando da quando siamo nel nostro alloggio in città o nella nostra macchina: in quel caso, la natura siamo noi e anche nell’uso della tecnologia useremo attenzione a ridurre al minimo l’impatto.