Parlare con le piante può essere un bel sogno, un gioco, una forma di meditazione. Può essere una capacità che scopriamo di avere un giorno, per caso, mentre riflettiamo su qualcosa di importante, ne parliamo a voce alta da soli, come per voler fare chiarezza tra i nostri pensieri esprimendoli a parole, e poi ci accorgiamo che in realtà, quasi senza accorgercene, ci è venuto naturale rivolgerci alle nostre piante in vaso, che condividono con noi l’appartamento.
Chi più chi meno, tutti abbiamo in casa qualche pianta, della quale ci prendiamo cura facendo in modo che non le manchino acqua e luce. Per alcuni, si tratta di un ornamento, come un quadro o un soprammobile, ma sempre di più, nei tempi che stanno cambiando, le persone comprendono che le piante di casa sono, come gli animali, creature vive, delle quali non soltanto prendersi cura dal punto di vista pratico ma che possono anche diventare dei punti di riferimento come esseri pensanti.
Ci sono più modi per mettersi in contatto con loro. Chi ama la musica e desidera sperimentare in questa direzione, può trovare nell’apparecchiatura Bamboo uno strumento prezioso per insegnare alle piante a suonare e per cantare insieme a loro, mentre chi ha piacere di sperimentare un altro livello di comunicazione, può provare a parlare con il ficus, l’orchidea, la dracena e così via.
Percepire ciò che è vero
Parlare con le piante, sentendo che anche da parte loro c’è una forma di percezione dei nostri pensieri, non è difficile.
Occorre innanzitutto volerlo fare, quindi metterci sincerità e passione, senza farlo così, tanto per provare. Le piante percepiscono ciò che è vero mentre di ciò che è fatto senza impegno neanche si accorgono.
Occorre poi dedicare un po’ di tempo, perché i tempi di percezione di un vegetale sono un po’ più lenti dei nostri, impiegano un po’ di tempo a mettersi in moto. Non è necessario sedere a gambe incrociate per ore e ore per essere percepiti, ma non è neppure utile lanciare parole al vento, andando e venendo da una stanza, come potremmo fare con una persona.
E poi, cosa più importante, occorre decidere che cosa vogliamo. Parlare con le piante può essere molte cose diverse: un modo per tirare fuori da sé pensieri che non abbiamo quando siamo in mezzo agli altri, confrontarsi con una intelligenza molto diversa riguardo a quesiti e problemi che abbiamo in mente, affrontare con una logica inusuale le sfide della vita.
Uno specchio muto?
Ciò che parlare con le piante non è: uno specchio. Non siamo noi che parliamo a noi stessi, come alle volte si fa quando ci rivolgiamo ad alta voce alle vecchie fotografie, ma è certamente un modo per scambiare e condividere. Dalle piante arriveranno risposte: immagini che si formano nella nostra mente, sensazioni, idee che prima non avevamo e che adesso invece ci sono, sogni che si manifesteranno nella notte… le piante rispondono, altrimenti non avrebbe senso parlare di comunicazione, saremmo solo noi davanti a uno specchio.
Bisogna essere attenti e disponibili a cogliere le risposte. Non diamo per scontato che quel certo pensiero che abbiamo avuto sia venuto da noi stessi, che quella sensazione sia dovuta a un ricordo: in altre parole, non riduciamo sempre tutto, non abbiamo paura di verificare che davvero, quella creatura verde davanti ha compreso le nostre emozioni e ci ha inviato le proprie!
Comunicare meglio con gli umani
Essere amici delle proprie piante è una cosa bella e preziosa che può farci scoprire tante cose, sia di noi stessi sia della vita intorno a noi. Falco Tarassaco ha sempre incoraggiato i damanhuriani a esplorare questi temi, a fare esperienza diretta, creando anche dei corsi.
C’è un aspetto fondamentale che va sottolineato: parlare con le piante ci insegna anche a comunicare meglio con gli altri esseri umani. Non è un’alternativa: non so comunicare agli umani, quindi comunico con i vegetali. Al contrario, è un incoraggiamento a scoprire quanto è bello e arricchente comunicare, sempre: quindi, facciamolo anche e soprattutto con i nostri simili, mentre lo facciamo anche con le piante!
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