La storia della civilizzazione antica del pianeta è anche la storia delle frequenti visite da parte di popolazioni provenienti da altri sistemi e da altre galassie.
Falco Tarassaco raccontava che l’attuale ricchezza di ceppi etnici differenti non era inizialmente presente sulla Terra e che gli abitanti aborigeni erano quelli provenienti dal centro dell’Asia. La ripetuta contaminazione con razze umane provenienti da lontanissimi altrove creò a poco a poco le attuali differenziazioni. Due milioni di anni fa, quindi molto prima di quanto ci dica la storiografia attuale, la Terra era già abitata da umani terrestri e ricevette in molti casi la visita di umani provenienti da altri pianeti.
Se siete possibilisti riguardo al fatto che la storia sia un po’ diversa da come è attualmente sui libri – o semplicemente ritenete che si tratti di un utile spunto di riflessione – proseguite con noi.
Il ponte di Einstein-Rosen
Due milioni di anni fa il nostro pianetino non era così interessante e infatti non era abitualmente meta di visite da parte di viaggiatori spaziali. I vari imperi diffusi nell’universo, appartenenti alcuni a civiltà umane simili a noi, altri a forme diverse, sviluppavano la loro espansione e i loro commerci in altri quadranti dell’universo. Il quale, sebbene più giovane – e quindi meno vasto – di venti milioni di anni rispetto a oggi, era comunque quanto mai esteso.
Cosa accadde? Accadde che nei pressi del sistema solare, venne scoperta l’esistenza di un wormhole: una sorta di cunicolo spazio-temporale, un passaggio, un punto di anomalia delle leggi che rendeva possibile spostarsi in tempo reale da una zona dell’universo a un’altra. Attraversare un wormhole – chiamato anche “ponte di Einstein-Rosen” – facendo le dovute proporzioni, è come passare da una costa all’altra dell’oceano senza l’onere della traversata.
L’area intorno al wormhole divenne immediatamente strategica e funzionale alle attività delle grandi civiltà e la Terra risultò essere il pianeta più ospitale per la vita biologica. Venne quindi colonizzata da più gruppi, di provenienze diverse. Le colonie stellari non avrebbero dovuto mescolarsi con le popolazioni autoctone e per molti millenni non lo fecero. Loro compito e loro interesse non era la conquista del pianeta bensì avere una stazione di controllo per il passaggio nel wormhole.
Chiusure e aperture
Senonché, il wormhole inopinatamente si chiuse, lasciando per milioni di anni le colonie isolate sulla Terra, senza alcun contatto con la madrepatria. Di generazione in generazione, vennero meno i vincoli della missione, i visitatori si mescolarono alle razze esistenti, dando vita ai ceppi etnici che conosciamo oggi. Quando poi, circa trentacinquemila anni fa – cioè… ieri – gli imperi stellari compresero come sia possibile interagire con i ritmi di apertura e chiusura del wormhole, la colonizzazione ricominciò, con logiche nuove, e in breve vide il fiorire di civiltà potenti come quelle di Lemuria e di Atlantide. Il resto è storia, sperando che davvero, presto, gli studiosi trovino conferme documentali che confermino quello che tanti ricercatori affermano da decenni.
Lassù, un pezzetto di te
Secondo Falco Tarassaco, che di Atlantide parlava spesso, quasi con nostalgia, come se raccontasse di qualcosa di perduto e rimpianto, conoscere le proprie radici antiche è importante. La vita si sviluppa nel presente ed è nel presente che noi costruiamo il senso della nostra vita e diamo valore alle cose nelle quali crediamo. Però, conoscere da dove veniamo come individui, sapere fin dove si allungano le radici della nostra specie, ci permette di sentire una dignità e un senso di responsabilità capaci di guidarci in riflessioni sempre più profonde e realizzazioni sempre più ricche.
Noi viviamo in molti tempi diversi, non solo nel presente, e veniamo “anche” dalla Terra oltre che da altri mondi, visto che tante razze lontane si sono mescolate nella storia dell’umanità terrestre.