Tra umano e divino

L’eroe è quell’essere umano che comprende in sé tutte le più nobili caratteristiche degli uomini e riesce ad utilizzarle con volontà, coraggio e coerenza che sembrano provenire da una dimensione superumana. Le sue virtù sono usate sempre per il bene comune, per obiettivi che vanno al di là del suo interesse diretto.
Dagli argonauti greci impegnati nella ricerca del Vello d’Oro ai Vigili del Fuoco di Manhattan impegnati nell’evacuazione delle Torri gemelle, gli eroi sono tali non solo in funzione di ciò che hanno fatto e delle insidie che hanno sfidato ma soprattutto in funzione dei sentimenti che hanno suscitato in coloro che hanno assistito alle loro gesta e poi le hanno raccontate.
Talvolta, addirittura, solamente in funzione del racconto: Ayrton Senna, campione di Formula Uno, non ha mai compiuto gesta tali da essere ricordate in chiave “eroica” ma per carisma personale, stile, abilità, e naturalmente per il fatto di essere scomparso giovane e all’apice della forza – come Achille, come Ettore prima di lui, come il paladino Orlando – non c’è dubbio che rappresenti per molti un esempio inimitabile di eroe postmoderno, un umano che aveva già qualcosa di divino.
Eroi si nasce o si diventa?

Due facce, una moneta

La cultura classica afferma che l’eroe è qualcuno figlio dell’amore tra una divinità e un essere umano, e che di entrambi possiede, anche se in modo non completamente sviluppato, la natura.
Oggi, più spesso, si considera invece eroe qualcuno che a un certo punto manifesta doti più grandi di quelle che normalmente sappiamo esercitare.
Le due concezioni, apparentemente diverse, sono in realtà facce diverse della stessa moneta.
Quella dell’eroe è una dimensione presente in ogni essere umano. A Damanhur diciamo che dentro ognuno abita un piccolo dio, una frammento della grande energia divina dell’universo che ha il compito di testimoniare la nostra vera natura e di ricondurci verso la comunione con il Tutto. Se lo desideriamo, naturalmente; se non lo desideriamo, a poco a poco verremo riassorbiti e trasformati in energia utile a sostenere la vita di altri.

Quattro tappe fondamentali

Noi siamo cioè una creatura “umana” che ospita al proprio interno una creatura “divina”: è così diverso dal dire che siamo figli di genitori dalla natura diversa?
Joseph Campbell, storico delle religioni americano, vissuto nel secolo scorso e considerato uno dei padri dello studio della relazione tra mitologia e psicologia, indicava quattro tappe fondamentali nella formazione dell’eroe: nascita sovente misteriosa, difficile relazione con la famiglia, ritiro dalla società e ritorno in essa grazie all’acquisizione di nuove esperienze. Si tratta di situazioni presenti, magari in accezioni diverse, nella vita di molti, forse di tutti, se sappiamo osservare gli eventi con occhi adatti.
E quindi: ognuno di noi è un eroe che aspetta di manifestarsi. Ognuno di noi, figlio inconsapevole di una parte divina e di una parte umana, ha come destino l’incontro fra queste due nature e la liberazione delle proprie energie più creative e più potenti. Ha nel proprio destino il diventare eroe.

DIVENTARE L’EROE

Come si fa? Il mito dell’eroe si accompagna al mito del viaggio. È lo spostamento nello spazio, è l’inseguimento di un obiettivo fuori di sé, importante anche per altri, che permette all’eroe di rivelarsi tale. Enea, pur avendo dentro di sé tutte le prerogative per esserlo, non sarebbe divenuto eroe rimanendo a Troia per battersi per la propria gente. Doveva andare. E non per sua scelta ma per seguire un’indicazione degli dei, egli va.
Anansal, uno degli eroi attraverso i quali Falco Tarassaco ha raccontato la sua idea di uomo, è consapevole della propria natura superumana ma anche del fatto che per raggiungere la pienezza di sé deve lasciare la casa della “prima madre” – così è scritto nell’opera di Falco – e affrontare il proprio nemico, affrontando tutte le paure e vincendo le indecisioni.
C’è sempre una viaggio al centro dei nostri cambiamenti: fisico, intimo, metaforico, ma impegnativo. Nel viaggio, l’essere umano si trasforma in eroe. Si trasforma in qualcosa che era già, in modo incompleto. Si congiunge alla radice divina della propria anima ed è uomo e dio insieme.